Case popolari, vendita impossibile: da sempre ci mangiano in troppi

Pubblicato il 12 Ottobre 2011 - 13:24| Aggiornato il 13 Ottobre 2011 OLTRE 6 MESI FA

foto Francesca Oggiano-Lapresse

ROMA – Lo Stato italiano che vende tutte le case popolari per fare cassa? È un eventualità possibile, ma, come spiega un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, rimarrà solo nulla più che un’ipotesi. Impraticabile. Perché toccare le case popolari è molto impopolare e ci si fa male, da qualunque lato si prenda la questione.

Dalla cessione si ricaverebbe poco. Da venti anni, dal 30 dicembre 1991, c’è un articolo di legge che introduce la possibilità per gli enti locali di vendere gli alloggi popolari agli inquilini. Dal 1993 al 2006 lo Stato ha venduto 154.768 appartamenti e ha incassato 3 miliardi e 665 milioni: una media di 23.680 euro per ogni casa.

Restano patrimonio pubblico, secondo un’indagine Censis-Federcasa-Dexia, 768.047 unità immobiliari. Anche liquidandole tutte, non si farebbe un grande affare. Renato Brunetta sei anni fa “sparava” un valore catastale di 100 miliardi. In realtà se ne ricaverebbe un quinto, anche prendendo come prezzo di riferimento la media più alta di tutte, quella del 2006 in cui furono ricavati 27.046 euro per ogni alloggio venduto: totale circa 21 miliardi.

Poi, stando alla Corte dei conti, dato il cattivo stato degli immobili, gran parte delle somme incassate vengono spese per manutenzioni straordinarie. Tre esempi: il 39,3% in Lombardia, il 46,55% in Lazio, l’80,5% in Puglia.

Ma anche affittarle non rende. Dati del 2006: il proprietario Stato italiano ha ricavato da tutte le case popolari una pigione di 471,4 milioni, una media di 1.041 euro l’anno ad appartamento: ovvero di 87 euro al mese. Tutto al netto dei costi per lavori di manutenzione e stipendi del personale. La Corte dei conti ha calcolato, per esempio, che dal 1999 al 2003 gli alloggi popolari in Campania sono costati 4.267 euro ad appartamento, a fronte di un canone medio d’affitto di 2.527 euro: lo Stato ha incassato poco più della metà di quanto ha speso.

Abusivismo e morosità. Gli affitti delle case popolari rendono poco, ma in molti casi non rendono affatto, perché l’inquilino è abusivo o moroso. I numeri di Censis-Federcasa parlano di 21.126 appartamenti occupati da persone che non hanno nessun titolo per farlo. Di questi, 5.863 sono a Roma e 3.409 a Milano. La percentuale  più alta di abusivi ce l’ha Palermo: 3 mila sugli 11 mila alloggi Iacp totali, il 27%, quasi uno su tre. Derby di Sicilia, quanto a primati negativi, perché Catania ha il primato degli inquilini morosi: il 92,5%, praticamente tutti. Seguono Cosenza (75%), Cagliari (44%), Roma (41%), Palermo (34%), Torino (32%). Totale: 80 milioni di euro persi nel 2006 a causa della morosità, che incide per il 15,9% sui ricavi complessivi. Numeri che evidenziano una realtà amara: quanti si comprerebbero una casa in cui sanno di poterci restare a vita pagando pochissimo o niente?

“L’indotto”. Non è solo una questione di conti che non tornano, è anche una questione di stipendi, di voti e di potere. Iacp, Aler o Ater di tutta Italia contano 4.671 dipendenti: sono posti di lavoro e di dirigenti che poi decidono a chi assegnare o meno una casa. I partiti ci si tuffano a pesce, e Sergio Rizzo fa un lungo elenco bipartisan:

Il commissario dell’Ater del Comune di Roma è l’ex vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, il destrorso Bruno Prestagiovanni. Il suo collega dell’Ater provinciale è Massimo Cacciotti, già candidato pdl alla Regione. Alla presidenza dell’Aler, l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale, è stato collocato Loris Zaffra, segretario cittadino del Psi craxiano. Consigliere delegato dell’Acer Bologna è Forte Clò, dirigente comunista a quattro ruote motrici, sindaco, consigliere provinciale, poi responsabile dei Ds per il terzo settore. Allo Iacp di Caserta il presidente della Provincia Domenico Zinzi, onorevole del Pdl, ha piazzato Vincenzo Melone, ex consigliere provinciale di An. All’Ater di Frosinone è planato Enzo Di Stefano, ex capogruppo nel Consiglio regionale del Lazio della Lista Polverini…

Ma la cifra che dà la mazzata finale, che spiega la dimensione del problema, che fa capire perché a cercare di risolverlo a vantaggio dello Stato ci si farà sempre male, è questa: negli oltre 760 mila alloggi popolari abitano due milioni di italiani. Che votano.