Chivasso (Torino), crocifisso in ogni stanza dell’ospedale. E scoppia la polemica

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Giugno 2019 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA
Chivasso (Torino), crocifissi in ogni stanza dell'ospedale. E scoppia la polemica

Chivasso (Torino), crocifissi in ogni stanza dell’ospedale. E scoppia la polemica

TORINO – Crocifisso in ogni stanza dell’ospedale. E scoppia la polemica. Nel mirino delle critiche è finito l’ospedale di Chivasso, in provincia di Torino. Qui il direttore di presidio dell’ospedale di Chivasso Alessandro Gilardi ha ordinato crocifissi nuovi per le stanze dei degenti. Ma il direttore dell’azienda sanitaria, Lorenzo Ardissone, difende la decisione: “I crocefissi ci sono sempre stati, gli anziani ci tengono. Ma se un paziente non lo vuole lo togliamo”.

L’annuncio è comunque bastato a scatenare le critiche. Silvio Viale, volto storico dei Radicali torinesi, ha commentato: “C’è sempre qualcuno più salviniano di Salvini... Chissà se farà mettere anche un rosario appeso ai letti. Il messaggio è chiaro: se vieni in questo ospedale non ti resta che affidarti a Cristo”.

Il direttore Ardissone ha provato però a smorzare la polemica, come spiega Repubblica: “La colpa è tutta mia, non è una scelta del direttore dell’ospedale di Chivasso. Facendo i lavori alcuni crocefissi si erano rotti e mi pareva che fosse disordinato che in alcune stanze ci fossero e in altre no. Quindi ho chiesto a tutti gli ospedali dell’azienda di fare una verifica. A Curogné è stata fatta un anno fa e a tutti ho detto che se ci fosse un paziente che non vuole il crocefisso si toglie e si mette via fino a che è nella stanza. Io personalmente – aggiunge Ardissone – i crocefissi non li tolgo, anche se so che altri ospedali li hanno tolti. Ci sono sempre stati, da me ci sono tanti anziani e ci tengono. Quindi non credo che togliere i crocefissi sia una dimostrazione di libertà. La mia richiesta risale a un anno fa, quando le elezioni proprio non c’erano. E se qualcuno pensa che un direttore faccia una scelta del genere per compiacere un nuovo governo regionale allora siamo messi davvero male”. (Fonti: Ansa, Repubblica)