Cos’è la strage di Acca Larentia e perché ogni anno c’è il raduno (con polemiche)

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Gennaio 2024 - 09:14
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Foto Ansa

La strage di Acca Larentia prende il nome dalla strada sulla quale, nel 1978, sorgeva la sede del Movimento Sociale Italiano, nel quartiere Tuscolano, a Roma. Lì, il 7 gennaio di 46 anni fa, un commando armato aprì il fuoco contro i giovani militanti del partito uccidendo due studenti, il ventenne Franco Bigonzetti e il diciottenne Francesco Ciavatta. Nella tesissima manifestazione di protesta indetta poco dopo il duplice omicidio, un altro attivista di destra venne freddato da un colpo di pistola: Stefano Recchioni, che avrebbe compiuto 20 anni solo un paio di settimane dopo.

La strage di Acca Larentia

Sono da poco passate le sei del pomeriggio del 7 gennaio 1978 quando cinque attivisti missini stanno uscendo dalla sede del partito per fare volantinaggio. Sull’uscio vengono raggiunti dal fuoco aperto da un gruppo di cinque o sei persone. Bigonzetti resta ucciso sul colpo, mentre Ciavatta – inizialmente ferito – viene freddato sulla scalinata accanto alla sezione, raggiunto da alcuni colpi alla schiena. Morirà poi durante il trasporto in ospedale. Nei tafferugli scoppiati durante il sit-in successivo proprio sul luogo dell’omicidio, rimase ucciso poi Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio, a due passi dal Colosseo. Su chi esplose il colpo non ci fu mai certezza, così come non ce n’è mai stata sugli autori del duplice omicidio davanti alla sede del partito.

L’attentato venne rivendicato qualche giorno dopo dalla sedicente organizzazione terroristica di sinistra ‘Nuclei armati per il Contropotere Territoriale’. “Un nucleo armato, dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larenzia – cominciava il comunicato -, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga”. Le indagini sui responsabili non portarono mai a una condanna. Nel 1987 furono arrestati, e poi prosciolti, cinque militanti di Lotta Continua. L’anno successivo una delle armi utilizzata per l’eccidio, una mitraglietta Skorpion, venne ritrovata in un covo delle Brigate Rosse a Milano.

Ogni anno il raduno, con polemiche

Ogni anno, da quel giorno del 1978, i militanti di estrema destra si ritrovano ad Acca Larentia per ricordare le giovani vittime. I momenti di ricordo, però, sono sempre stati ad alta tensione. Già l’anno successivo, nel 1979, venne ucciso un militante del Fronte della Gioventù, Alberto Giaquinto, colpito da un proiettile esploso dal poliziotto Alessio Speranza. Ma sono state tante le celebrazioni che hanno fatto, e fanno, discutere tra saluti romani, cortei ‘neri’ e minacce a giornalisti.

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