Crollo Favara, il vescovo si ribella all’ipocrisia: “Non copro un delitto con una predica”

Pubblicato il 25 Gennaio 2010 - 18:41 OLTRE 6 MESI FA

Il crollo della palazzina di Favara (Agrigento), in cui sono morte Marianna e Chiara, due sorelline di 14 e 3 anni, è uno di quegli eventi tragici difficile da digerire. Difficile perchè si parla di tragedia annunciata, difficile perchè le condizioni della palazzina, come molte altre nel paese, erano disastrose, difficile perchè a volte cambiare casa può essere un procedimento non facile, specie se la burocrazia ha dei tempi lunghi. La questione chiave rimane però quella della tragedia annunciata, e di tutte le responsabilità che ne susseguono, una questione presa in esame dall’arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro ha deciso di non celebrare i funerali delle due sorelline.

La notizia è confermata da ambienti della Curia della città dei templi. La decisione del prelato è riconducibile a quanto lo stesso aveva dichiarato dopo l’alluvione di Messina. Allora, denunciando il rischio di dissesti idrogeologici ad Agrigento, Montenegro aveva annunciato che non avrebbe celebrato funerali di vittime di “disastri annunciati”.

«Martedì mattina, per i funerali, il mio posto sarà tra la gente di Favara, con loro pregherò per Marianna, la piccola Chiara e per i loro genitori Giuseppe e Giuseppina e per il piccolo Giovanni». Scrive, in una nota, l’arcivescovo Montenegro. «Non è un sottrarmi al mio ruolo di vescovo, di pastore della porzione di popolo che il Signore mi ha affidato – aggiunge – ma un farmi solidale e vicino alla famiglia Bellavia in questo giorno che è giorno di preghiera e silenzio. Condivido e faccio mie le parole che sono state lette domenica nelle parrocchie di Favara ed esprimo la mia vicinanza al clero e alla comunità ecclesiale tutta. Invito tutti a guardare al Crocifisso, nell’estremo grido di Gesù sulla croce sono contenuti e riecheggiano tutti i gridi dell’umanità intera e tutti sono bagnati dalle lacrime del Padre».

L’arcivescovo ha ricordato anche che, in occasione dell’alluvione di Giampileri, aveva scritto al responsabile della Protezione Civile: «Chiedo anche al Signore che non arrivi mai il momento di dovermi rifiutare di celebrare funerali previsti o preannunciati, perché quel giorno, se mai dovesse arrivare, il mio posto – da agrigentino – sarà tra la nostra gente a pregare, ma non me la sentirò di parlare, come sarebbe successo se fossi stato a Messina. Sono parole che scrissi in una lettera pubblica inviata al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso – dice – e alle autorità della nostra provincia in occasione della frana che colpì Giampilieri riferendomi al centro storico di Agrigento. Parole che riconfermo e nella loro interezza».

I funerali delle due sorelline saranno celebrati in forma privata e riservati solo ai familiari.