Omicidio Daniele De Santis Eleonora Manta. Chi è Andrea e perché lei ha urlato il suo nome?

di Daniela Lauria
Pubblicato il 23 Settembre 2020 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Antonio De Marco: "Ho ucciso Eleonora Manta e Daniele De Santis". Nei foglietti gli appunti del delitto

Antonio De Marco: “Ho ucciso Eleonora Manta e Daniele De Santis”. Nei foglietti gli appunti del delitto (Foto Ansa)

Potrebbe chiamarsi Andrea il killer di via Montello. Eleonora Manta ha gridato il suo nome

Il killer di Daniele De Santis ed Eleonora Manta potrebbe avere le ore contate. Gli investigatori sarebbero sulle tracce di un uomo di nome Andrea. Potrebbe essere stato lui ad uccidere a coltellate lunedì sella l’arbitro di calcio di serie Pro e la sua fidanzata.

Il delitto è avvenuto nel condominio in cui vivevano le vittime a Lecce, in via Montello n.2 angolo via Martiri d’Otranto, nei pressi della stazione ferroviaria.

Ad uccidere i due fidanzati, che avevano deciso di convivere e di mettere su famiglia, sarebbe stato un uomo che indossava una felpa nera con il cappuccio calato sulla testa, guanti neri e uno zainetto giallo sulle spalle.

Alcuni testimoni, già ascoltati dai carabinieri, lo hanno visto fuggire dal palazzo mentre impugnava un coltello insanguinato.

Uno avrebbe raccontato di aver sentito Eleonora urlare il nome di uomo, tipo: “Andrea no, Andrea!“, indicando forse in questo modo il probabile assassino, oppure, più banalmente, il nome di una persona alla quale chiedeva disperatamente aiuto. Poi sarebbero partiti i fendenti.

Le vittime conoscevano il loro assassino

L’ipotesi più probabile è che le due vittime conoscevano il loro assassino, al quale hanno aperto la porta mentre stavano cenando.

Daniele indossava pantaloncini e ciabatte. Sul movente gli inquirenti non si sbilanciano e non confermano né smentiscono l’ipotesi che possa trattarsi di un delitto passionale. La sensazione però è che gli investigatori stiano seguendo una pista concreta.

Dovrebbe essere chiara anche la dinamica dei fatti. L’ultimo ad essere ucciso, sulle scale al primo piano del condominio, sarebbe stato proprio Daniele, forse mentre tentava di sottrarsi alla ferocia dell’assassino.

Daniele al termine di questa stagione calcistica sognava di arbitrare in serie B e di affermarsi come amministratore di condominio. Infatti, amministrava il condominio in cui viveva e dove aveva deciso di convivere con la sua Elly.

La sua fidanzata, invece, originaria di Seclì, laureata in Giurisprudenza e neo assunta all’Inps, sarebbe stata uccisa per prima sul pianerottolo di casa con numerosi fendenti.

Dopo aver completato la sua missione, il killer sarebbe fuggito per le scale e avrebbe imboccato via Martiri d’Otranto facendo perdere le proprie tracce.

Le telecamere 

Ora si aspetta l’esame dei file delle telecamere di sorveglianza della zona per poter consolidare gli indizi raccolti dagli investigatori, basati principalmente sulle dichiarazioni dei testimoni e su qualche traccia lasciata.

Quello che è certo è che non si è trattato di un delitto d’impeto, ma di un omicidio premeditato perché il killer ha agito con il volto coperto, indossava i guanti e aveva con sé un coltello che gli investigatori stanno ancora cercando.

La procura ha deciso di conferire al medico legale Alberto Tortorella l’incarico di eseguire le autopsie. I Carabinieri del Ris sono tornati nella palazzina per un ulteriore sopralluogo.

Hanno raccolto reperti da esaminare ed eseguito rilievi prima di far tornare nelle loro case i condomini del primo piano ai quali lunedì sera è stato chiesto di liberare gli appartamenti per non compromettere le tracce che potrebbe aver lasciato il sicario negli spazi comuni.

Il calcio sotto choc

Per il duplice omicidio il mondo del calcio è sotto choc. “Nessuna parola riesce a descrivere il dolore della Lega Pro, dei suoi vertici, dei club, dei giocatori e del nostro calcio per la prematura scomparsa dell’arbitro Daniele De Santis e della compagna Eleonora”, ha detto il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.

“La violenza distrugge, la violenza ha strappato due giovani vite che nutrivano sogni e aspettative. La violenza è il nemico numero 1 da contrastare in ogni sua forma”. (Fonte: Ansa).