Elezioni presidente della Repubblica, terza fumata nera: meno schede bianche, Mattarella incassa ben 125 voti. No del centrosinistra a Casellati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2022 - 17:33 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni presidente della Repubblica, terza fumata nera: meno schede bianche, Mattarella incassa ben 125 voti. No della sinistra a Casellati

Elezioni presidente della Repubblica, terza fumata nera: meno schede bianche, Mattarella incassa ben 125 voti. No della sinistra a Casellati (foto Ansa)

Anche il terzo giorno delle elezioni del presidente della Repubblica si è risolto con una fumata nera. Diminuiscono le schede bianche con Mattarella capace di incassare addirittura 125 voti. Nel frattempo, il centrosinistra esce allo scoperto: “No alla candidatura di Casellati“. Giovedì 27 gennaio potrebbe esserci una svolta perché si passerà dalla maggioranza qualificata a quella assoluta. Saranno sufficienti il 50% più 1 dei voti per eleggere il nuovo capo dello Stato italiano. 

Elezioni del presidente della Repubblica, terza fumata nera consecutiva ma calano le schede bianche 

Fumata nera al terzo scrutinio, l’ultimo dove per raggiungere il quorum servono 673 voti. Calano a 412 le schede bianche al quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica.

Boom di voti per Crosetto, che raccoglie 114 preferenze e quindi quasi il doppio dei grandi elettori di Fdi. Quarto è il giurista Maddalena, votato da Alternativa c’è e dagli ex M5s, e che questa volta raggiunge i 61 voti. 

Casini ottiene 52 preferenze. I presenti e votanti in tutto sono stati 978, le schede nulle 22 e 84 i voti dispersi.Il presidente uscente Sergio Mattarella ha ottenuto oltre 125 voti.

Nel corso del quarto scrutinio per l’elezione del Capo dello Stato, Giancarlo Giorgetti si aggiudica il quinto posto con 19 preferenze, Cartabia si ferma a 8 come Manconi, Bersani e Bossi a 7. Sei voti vanno a Cappato e altrettanti a Doria, Mastella e Moles, mentre Draghi ne incassa 5 e Berlusconi ne ottiene 4 come Gratteri, Belloni 3 e così anche Goretti.  Tra chi ha ottenuto due preferenze c’è Vespa.  

La soddisfazione di Crosetto 

“Sono commosso, grazie, onorato” ha detto Guido Crosetto rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento ai voti presi durante lo spoglio per il Colle. Per Crosetto i voti dello spoglio per il Colle e le preferenze che ha raccolto dimostrano “la capacità del centrodestra, se volesse, di prendere voti anche fuori dal centrodestra”.

Giorgia Meloni e la sua scelta di non continuare a votare scheda bianca

 “Ho fatto la scelta di non continuare a votare scheda bianca per dare un segnale, ma ritengo che il centrodestra in questa partita si debba misurare” precisa Giorgia Meloni parlando con i giornalisti alla Camera. 

Il centrodestra propone una rosa comprendente Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio. Il centrosinistra, con Letta, boccia sostanzialmente la terna e propone un supervertice per decidere un nome condiviso. Spunta il nome di Elisabetta Casellati come ‘carta coperta’ del centrodestra, mentre restano sul tavolo i nomi di Casini e Amato.

Giuseppe Conte: “No a Casellati”

 “Il Movimento dice sì a Draghi, lo ha detto un anno fa e lo rafforza ora perché l’Italia è ancora in ginocchio e ora e’ il momento più duro. Diciamo si a Draghi e alla visione di cui lo abbiamo investito e siamo disponibili a rilanciare e supportare azioni di governo per un patto con i cittadini sottoscritto tutti insieme”. Così il presidente del M5s, Giuseppe Conte arrivando a Montecitorio.

Casellati non è un candidato qualsiasi, è una carica istituzionale e mettere in gioco una carica istituzionale per una contrapposizione senza una soluzione condivisa sarebbe un grande errore del centrodestra e un grande sgarbo per la carica della presidenza del Senato. Invitiamo il centrodestra a trovare un metodo e lavorare in modo condiviso senza un’iniziativa che metta un gioco le istituzioni”. 

Letta: “Assurdo e incomprensibile proporre Casellati”

Intanto il segretario del Pd Letta con un Tweet chiude alla Casellati: 

“Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del  Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”.