Giorno del Ricordo, perché si celebra il 10 febbraio: massacro delle Foibe, programmazione Rai

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 10 Febbraio 2022 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA
Giorno del Ricordo, perché si celebra il 10 febbraio: eccidio delle Foibe, l'esodio giuliano

Giorno del Ricordo, perché si celebra il 10 febbraio: eccidio delle Foibe, l’esodio giuliano (Foto d’archivio Ansa)

Il Giorno del Ricordo si celebra, come ogni anno, il 10 febbraio. La ricorrenza, istituita con una legge del 2004 dal Parlamento italiano, serve a conservare la memoria della tragedia delle Foibe e l’esodo degli istriani, fiumani e dalmati dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Perché il 10 febbraio si celebra il Giorno del Ricordo?

La data scelta (10 febbraio) è quella in cui, nel 1947, furono firmati i trattati di pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia l’Istria, Fiume e Zara, in precedenza facenti parte dell’Italia. Gli italiani che vi abitavano furono costretti ad abbandonare la loro terra e le loro case.

Il massacro delle Foibe fu invece perpetrato tra il 1943 e il 1945, quando i comunisti fedeli a Tito gettarono migliaia di italiani dentro grandi cavità di natura carsica, che nella Venezia Giulia sono chiamate “foibe”. Molti erano stati uccisi, altri erano ancora in vita. 

Cosa sono le foibe?

Letteralmente, per foiba si intende una depressione carsica a forma di grande conca chiusa, derivata dalla fusione di più doline, sul fondo della quale si apre una spaccatura che assorbe le acque.
 
Usate al plurale, assumono un signigicato bene preciso: Fosse comuni per l’occultamento dei cadaveri delle vittime di rappresaglie militari e di assassini politici, con particolare riferimento agli eccidi compiuti dai partigiani iugoslavi in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia nell’ultima fase della seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra

Perché gli italiani venivano gettati nelle Foibe?

Gli eccidi delle foibe e il successivo esodo costituiscono l’epilogo di una secolare lotta per il predominio sull’Adriatico orientale, che fu conteso da popolazioni italiane e slave (prevalentemente croate e slovene, ma anche serbe). Tale lotta si inserisce all’interno di un fenomeno più ampio (un caso analogo è quello dell’espulsione dei tedeschi dopo la seconda guerra mondiale) che fu legato all’affermarsi degli stati nazionali in territori etnicamente misti e dove, secondo alcuni storici, l’identità e l’etnia degli individui e delle popolazioni erano più processi costruiti politicamente che dati immutabili e naturali.

Alcuni storici hanno interpretato questi atti, quasi tutti verificatisi nell’Istria meridionale (oggi croata), come una sorta di jacquerie, quindi di rivolta spontanea delle popolazioni rurali, in parte slave, vendetta per i crimini di guerra subiti durante il periodo fascista; altri, invece, hanno interpretato il fenomeno come un inizio di pulizia etnica nei confronti della popolazione italiana.

Giorno del Ricordo, cosa dice la legge

L’art. 1 della legge afferma che la Repubblica riconosce il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.

L’art. 2 precisa che in tale giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado ed è altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservarne la memoria.

La programmazione Rai per il giorno del Ricordo

Rai1 tratterà il tema nelle sue trasmissioni: “UnoMattina”, “Oggi è un altro giorno” e “Porta a Porta” per poi tornare sull’argomento il 12 febbraio con “UnoMattina in famiglia”.

Sarà Rai2, con la cura di Rai Parlamento, a trasmettere in diretta alle 16.00 del 10 febbraio la celebrazione ufficiale nell’Aula di Palazzo Madama. Sempre su Rai2, delle violenze e della migrazione di massa di oltre 250mila persone dal confine orientale si parlerà ne “I fatti vostri”, nello “Speciale Foibe” del Tg2 in onda alle 17.05, a “Tg2 Post” e ad “Anni 20 Notte”, alle 23.00

Su Rai3, alle 13.15 ,verrà trasmesso “Passato e presente – Voci dall’abisso – il dramma giuliano-dalmata tra guerra e dopoguerra” e quindi, in seconda serata, alle 23.05, il documentario “L’ultima spiaggia – Pola tra la strage di Vergarolla e l’esodo”, un lungometraggio su cosa accadde sulla spiaggia di Vergarolla, dove scoppiarono delle mine a cui era stato tolto il detonatore mentre si svolgeva una manifestazione sportiva: morirono più di 80 persone e da allora solo recentemente alcuni documenti desecretati hanno portato elementi a favore della tesi che si sia trattato di un attentato. 

Rainews24 realizzerà uno speciale in onda alle 9.00 del 10 febbraio, con ospiti in studio Giuseppina Mellace, autrice del libro “Una grande tragedia dimenticata, la vera storia delle Foibe” e lo storico Franco Cardini, con collegamenti in diretta da Trieste e Pola e una intervista a Simone Cristicchi che all’esodo giuliano-dalmata ha dedicato lo spettacolo “Magazzino 18”.

La Tgr seguirà le manifestazioni che si terranno nelle varie regioni e particolare sarà l’impegno della Tgr Friuli Venezia Giulia e della Tgr Emilia Romagna che intervisterà testimoni e familiari di chi visse l’esodo e il periodo di paura e omicidi che fece sprofondare nelle foibe circa cinquemila vite umane.

Rai Storia dedicherà vari appuntamenti nel corso del 10 febbraio all’approfondimento della ricorrenza con “Il giorno e la storia” e le puntate sul tema di “Passato e Presente”: “Il dramma giuliano dalmata dalla Foibe all’esodo” alle 8.50, “Fiume e l’epurazione di Tito” alle 14.30, “Voci dall’abisso – il dramma giuliano-dalmata tra guerra e dopoguerra” alle 20.30, “Foibe, l’eterno abbandono” alle 23.10 e “Foibe, una violenza senza confini” all’1.10. Alle 21.10 sarà trasmesso “Il Tempo del ricordo. Le foibe e l’esodo istriano-giuliano-dalmata”, per raccontare di posti come Basovizza o Vines, divenuti teatro di fucilazioni e atrocità, e di quei luoghi in cui dopo un lungo e doloroso viaggio gli esuli ricostruirono le loro vite tra difficoltà economiche e sguardi di diffidenza.

Su Rai Premium, in seconda serata, anrà in onda la fiction “Il cuore nel pozzo”, con Beppe Fiorello, Leo Gullotta e Anna Liskova, mentre Rai Scuola proporrà lo speciale “Storie di confine: Giorno del Ricordo”, alle 17 e alle 23.30 e Rai Cultura selezionerà filmati d’epoca, testimonianze, voci di intellettuali.

Anche su RaiPlay verranno messi in evidenza contenuti per raccontare e approfondire i drammatici fatti di quegli anni: film, fiction, programmi e video dalle teche. Tra le pellicole segnalate “Red land”, sulla storia tragica della giovane Norma Cossetto.

Radio3, infine, con “Radio3 Suite” il 10 febbraio manderà in onda uno spettacolo in tema e domenica 13 febbraio trasmetterà il Concerto dalla Cappella Paolina del Quirinale dedicato al Giorno del Ricordo con brani di Gino Paoli, Sergio Endrigo e Gianluca Podio.

Le parole di Mattarella

“Il Giorno del Ricordo richiama la Repubblica al raccoglimento e alla solidarietà con i familiari e i discendenti di quanti vennero uccisi con crudeltà e gettati nelle foibe, degli italiani strappati alle loro case e costretti all’esodo, di tutti coloro che al confine orientale dovettero pagare i costi umani più alti agli orrori della Seconda guerra mondiale e al suo prolungamento nella persecuzione, nel nazionalismo violento, nel totalitarismo oppressivo”. Lo afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del Giorno del Ricordo.

“È un impegno di civiltà conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli istriani, dei fiumani, dei dalmati e degli altri italiani che avevano radici in quelle terre, così ricche di cultura e storia e così macchiate di sangue innocente. I sopravvissuti e gli esuli, insieme alle loro famiglie, hanno tardato a veder riconosciuta la verità delle loro sofferenze. Una ferita che si è aggiunta alle altre”, afferma il Capo dello Stato.

“La sciagurata guerra voluta dal fascismo e l’occupazione nazista furono seguite, per questi italiani, da ostilità, repressione, terrore, esecuzioni sommarie aggravando l’orribile succedersi di crimini contro l’umanità di cui è testimone il Novecento. Crimini che le genti e le terre del confine orientale hanno vissuto con drammatica intensità, generando scie di risentimento e incomprensione che a lungo hanno segnato le relazioni tra popoli vicini”, dice ancora Mattarella.

“L’Europa nata dalla pace e il dialogo ravvivato dall’affermazione delle democrazie hanno aperto e sviluppato una strada nuova. Queste memorie hanno guadagnato rispetto, dignità, ascolto. Sono storia vissuta, monito e responsabilità per il futuro. Il ricordo, anche il più doloroso, anche quello che trae origine dal male, può diventare seme di pace e di crescita civile.

Questo è l’impegno di cui negli ultimi anni il nostro Paese si è reso protagonista insieme alla Slovenia e alla Croazia per fare delle zone di confine una terra di incontro e prosperità, di collaborazione, di speranza. La scelta di Gorizia e Nova Gorica, che saranno congiuntamente Capitale della Cultura europea 2025, dimostra quanto importante sia per l’intera Unione che la memoria delle oppressioni disumane del passato sia divenuta ora strada dell’amicizia, della comprensione, del primato della dignità delle persone, nel rispetto delle diversità e dei diritti”, conclude il Capo dello Stato.