Insultare i vigili sui social non è un reato: persone prosciolte dopo l’odio e gli insulti ai vigili su Facebook

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Marzo 2021 - 10:04 OLTRE 6 MESI FA
Insultare i vigili sui social non è un reato: persone prosciolte dopo l'odio su Facebook

Insultare i vigili sui social non è un reato: persone prosciolte dopo l’odio su Facebook FOTO ANSA

Insultare i vigili e quindi anche le altre forze dell’ordine sui social non è un reato. Non è un rato scrivere su Facebook “io gli spaccherei la faccia” o auspicare “una spedizione punitiva sotto casa” contro agenti della polizia municipale. Sarà pure “eticamente censurabile” ma alla fine non è un reato.

Aggiornamento ore 10:04

Insulti social ai vigili, il caso di Torino

E’ stata infatti archiviata per questo motivo, a Torino, un’inchiesta contro 73 persone che, sui social network, avevano lasciato messaggi e insulti contro i vigili. Nel caso specifico si tratta di commenti sotto il post di un avvocato che si era detto vittima di un’ingiustizia perpetrata dai vigili urbani. Il gip ha accolto la richiesta della procura, accogliendone integralmente le considerazioni, e ha chiuso il caso.

Secondo la procura di Torino (e il giudice che si è detto d’accordo) alcuni commenti hanno “contenuti spregevoli ma non diffamatori”. Altri sono “forieri di messaggi violenti e incivili” ma non configurano nemmeno il reato di istigazione a delinquere. Scrivere “Io li picchierei di santa ragione” è “contrario ai più elementari valori di una società democratica e civile. Ma “non ha gli specifici connotati di materialità e offensività” necessari per “ricorrere allo strumento della giustizia penale”.

Insulti social ai vigili, cosa dicono i giudici

I magistrati hanno osservato che l’episodio denunciato dall’avvocato, che in un post su Facebook sosteneva, nel 2018, di avere subito una “spedizione punitiva” in relazione a un controllo sul suo ciclomotore, era “idoneo” a scatenare dei giudici che, nel caso di 16 internauti, sono rientrati nel “diritto di critica”, visto che “tutti i cittadini hanno interesse al corretto espletamento delle funzioni degli agenti”.

La denuncia era stata presentata dall’allora comandante della polizia municipale, Emiliano Bezzon, ma i magistrati hanno fatto presente che, in molti casi, i commenti si riferivano ai componenti della pattuglia e non alla totalità del Corpo. Ci sono commenti, inoltre, che appaiono riconducibili al “diritto di satira”. Parlare di “sindrome da pisello piccolo”, secondo le toghe, è solo “sarcasmo”.

Via libera a insultare i vigili sui social?

Un caso, quello di Torino, che ora rischia di creare un precedente davvero spiacevole. Senza una punizione, una multa, una sanzione di qualche tipo, chiunque può essere libero di insultare e minacciare i vigili su Facebook e su tutti i vari canali social. Saranno pure insulti virtuali ma esiste il reato di “offesa a pubblico ufficiale”, cosa cambia se fatto di persona oppure attraverso la tastiera di un computer o di un cellulare? Almeno una multa avrebbe fatto sì che certi episodi non si verificassero più.