Istat: la vita in ufficio? Un inferno per 2 milioni e 600 mila lavoratori

Pubblicato il 15 Settembre 2010 - 13:30 OLTRE 6 MESI FA

Il 9% dei lavoratori che hanno lavorato con superiori, colleghi o persone a loro sottoposte, dichiara di aver sofferto, nel corso della vita, vessazioni o demansionamento o privazione dei compiti. In totale sono 2 milioni e 630 mila persone. Lo rileva un’indagine Istat, redatta sulla base di una convenzione con il Dipartimento delle Pari Opportunità, sul disagio nelle relazioni lavorative, presentata oggi a Roma.

Il 6,7% dice di aver subito situazioni di disagio negli ultimi 3 anni, il 4,3% negli ultimi 12 mesi. A subire di piu’ sono le donne, con il 9,9% nel corso della vita. Ci sono inoltre 7.948.000 di lavoratori che invece hanno vissuto situazioni di disagio caratterizzato pero’ da frequenza e durata contenuta, ma una parte di questi, 198 mila, si possono definire ”altamente a rischio”, dal momento che sono state oggetto di comportamenti vessatori piu’ volte al mese, ma per una durata inferiore a 6 mesi.

I lavoratori che dichiarano di aver subito vessazioni in ambito lavorativo nel corso della vita sono 2 milioni e 91 mila (7,2%); il 5,2% le ha subite negli ultimi 3 anni, il 3,5 negli ultimi 12 mesi. I comportamenti vessatori degli ultimi 3 anni riguardano nel 91% dei casi la sfera della comunicazione (critiche senza motivo, scenate, minacce verbali o scritte), nel 63,9% la qualità della situazione professionale, nel 64,1% l’immagine sociale, nel 50,4% le relazioni sociali e nel 3,9% aggressioni.

Le donne subiscono più di frequente scenate e critiche, vengono umiliate e ricevono più offerte e offese di tipo sessuale. Gli uomini vengono più spesso messi a a lavorare in condizioni disagevoli e attaccati per le loro opinioni politiche e religiose. Il 3,3% dei lavoratori, 961 persone, ha detto di essere stato vittima di demansionamento e di privazione dei compiti nel corso della loro vita; il 2,6% negli ultimi tre anni, l’1,5% negli ultimi 12 mesi. 420 mila lavoratori (1,4%) hanno subito sia comportamenti persecutori, sia demansionamento nell’arco della loro vita: sono per lo piu’ giovani tra i 25 e i 44 anni, laureati o diplomati, residenti al Sud (8,1% dei lavoratori) e in particolare in Campania (10,9%).

Negli ultimi tre anni, nell’80% dei casi sono stati i superiori a creare situazioni di disagio in ambito lavorativo, seguiti da colleghi (29,7%) e sottoposti (7,5%). Gli autori sono stati soprattutto uomini e nel 52,4% dei casi operavano da soli. Le cause del disagio hanno riguardato soprattutto l’avvento di una nuova dirigenza (22,3% dei casi), l’autoritarismo del capo (19,3%) e la gelosia da parte dei colleghi (15,3%). Il 72,5% delle vittime ha confidato il disagio a qualcuno e il 25,6% ha coinvolto i superiori. Il 12% si e’ rivolto al sindacato, lo 0,6% al comitato per le Pari opportunità.

”In Italia – ha commentato il Capo di Gabinetto del Ministero delle Pari Opportunita’, Simonetta Matone – manca l’informazione sulla possibilita’ di tutelarsi. I comitati per le Pari opportunita’ hanno potere esiguo, mentre dovrebbero fornire elementi per aiutare i lavoratori a scegliere cosa fare”.