Lissone: ucciso per una birra, arrestati i due colpevoli

Pubblicato il 23 Luglio 2010 - 09:39| Aggiornato il 29 Novembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

I carabinieri di Desio hanno fermato nella notte tra giovedì e venerdì, in provincia di Monza, due uomini ritenuti responsabili dell’uccisione a Lissone di Luigi Pagano un operaio di 33 anni ammazzato a pugni e calci davanti a un chiosco di panini, dopo una lite avvenuta per una birra.

I due, di 28 e 38 anni, italiani, sono incensurati e al momento dell’arresto non avrebbero fornito alcuna spiegazione delle loro azioni. Pagano presumibilmente conosceva i suoi assassini: nato e residente a Desio, si era recato al chiosco, nella zona commerciale di Lissone, ai bordi della SS36, in compagnia di un amico per bere una birra. Cercavano un po’ di ristoro nell’afosa notte brianzola.

L’operaio aveva chiesto ad uno dei due di offrirgli una birra. La risposta è stata negativa e ne è nato un diverbio presto degenerato in rissa. Uno dei due aggressori avrebbe colpito Pagano con un pugno e l’uomo è caduto a terra dove l’altro lo ha nuovamente colpito, sferrandogli un calcio.

Si chiamano Vito D’Apice, 28 anni e di Stefano D’Ambrosio, 38 anni, residenti a Muggiò, i due presunti assassini dell’operaio ucciso a Lissone in provincia di Monza. I carabinieri sono riusciti ad identificarli e fermarli dopo aver ascoltato numerosi testimoni dell’aggressione.

D’Apice è stato arrestato a casa della fidanzata. Dalle tracce del suo cellulare i militari hanno poi identificato anche D’Ambrosio. Per entrambi le accuse sono di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi.