Mario Cerciello Rega, lettera di una bambina: “Siete i miei supereroi. Grazie per ciò che fate ogni giorno”

Mario Cerciello Rega, lettera di una bambina: "Siete i miei supereroi. Grazie per ciò che fate ogni giorno"
La lettera lasciata da una bimba all’Arma dei Carabinieri

ROMA – “Carissimi Carabinieri, vi vorrei ringraziare per tutto ciò che fate ogni giorno per il nostro Paese. Sin da piccola vi guardo come un bambino guarda il suo supereroe preferito. I miei supereroi siete voi, avete un cuore nobile e puro”. E’ quanto si legge in una lettera che una bimba – informa l’Arma in un tweet – accompagnata dalla mamma, ha lasciato ieri, sabato 26 luglio, insieme ad un mazzo di fiori, sotto il Tricolore del Comando generale dei carabinieri, nella giornata dell’uccisione del vice brigadiere Mario Cerciello Rega. “Un gesto – fa sapere l’Arma – che si unisce ai tanti messaggi di vicinanza che ci stanno arrivando, da quando è giunta la notizia della morte del nostro collega. Una sola parola: grazie”. 

La moglie del carabiniere ucciso: “Voleva dei figli”

“Noi avevamo dei progetti. Abbiamo fatto tanti sacrifici. Eravamo troppo felici. Ero venuta a Roma, qui stavamo cercando una casa più grande, qui avremmo voluto avere figli”. A parlare è la moglie del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, intervistata dal Messaggero. “Ci siamo conosciuti solo nel 2010 – racconta al quotidiano romano Rosa Maria – anche se siamo dello stesso paese. Mi ha corteggiata spudoratamente. Recuperò il telefono da amici in comune e mi chiamò senza presentarsi. Mi disse: Io ti devo sposare”.

“Ci siamo innamorati subito ed è stato un crescendo – continua -, come se lo conoscessi da una vita, eravamo le due metà della mela. Scendeva tutti i fine settimana mentre io terminavo l’ università”. Quindi ricorda: “Amava Roma, ha scelto di rimanere qui, anche per dare un futuro migliore ai figli. Ma era conscio dei pericoli della città, sono sotto gli occhi di tutti: mi veniva sempre a prendere la sera”. La vedova del vicebrigadiere spiega anche di pretendere per i responsabili “l’ergastolo, hanno ucciso mio marito, voleva diventare padre, non ha avuto il tempo di fare niente. Ora voglio pensare alla sua famiglia, alla sua sorellina, hanno bisogno di me. Ma questi ragazzi, le forze dell’ordine vanno tutelati, rischiano la vita, servono leggi adeguate”. (fonte ANSA)

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