Mario Cerciello Rega, le nuove immagini prima dell’omicidio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Agosto 2019 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
Mario Cerciello Rega, le nuove immagini prima dell'omicidio

Un frame di un video dei ragazzi americani accusati dell’omicidio di Cerciello Rega (foto da frame Repubblica)

ROMA – Nuove immagini di Finnegan Lee Elder e Gabriel Christian Natale Hjorth prima dell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega. Video in mano alle forze dell’ordine che indagano sulla morte del collega. I “frame”, registrati dalle telecamere tra via Belli e via Federico Cesi, nell’hotel dove alloggiavano i due ragazzi americani accusati dell’omicidio, non riprendono il momento dell’accoltellamento – che dista circa 80 metri dall’albergo -, ma sono utili per ricostruire gli istanti precedenti l’incontro tra i due indagati e i carabinieri Andrea Varriale e Cerciello.

Ora i carabinieri, riportano Valentina Errante e Giuseppe Scarpa su Il Messaggero, hanno recuperato altri fotogrammi che coprono i 24 minuti di buco, durante i quali i due giovani nascondono lo zaino nella fioriera di via Gioacchino Belli sul lato opposto della via, che percorreranno più di un quarto d’ora dopo per andare all’appuntamento. Forse sono i fotogrammi registrati dall’occhio elettronico piazzato all’ingresso della vineria di fronte all’hotel.

Era proprio a queste immagini che, nei giorni scorsi, avevano fatto riferimento gli avvocati dei due indagati. I legali di Lee Elder, colui che avrebbe pugnalato il carabiniere, hanno presentato un’istanza in procura, chiedendo l’acquisizione di tutte le immagini registrate dalle videocamere di zona in quella notte. Sostengono che solo i video consentiranno di ricostruire quella serata, cominciata due ore prima a Trastevere. 

Impronte e sangue, dalle perizie la verità

La parola ora passa agli specialisti del Ris. Sono iniziati ieri, 7 agosto, gli accertamenti degli specialisti dell’Arma sui reperti raccolti martedì, per oltre cinque ore, nella stanza 109 dell’albergo dove alloggiavano Finnegan Lee Elder e Christian Gabriel Natale Hjorth, i due americani arrestati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Esami, comparazioni e analisi che potrebbero fornire risposte importanti agli inquirenti per chiarire, una volta per tutte, cosa è avvenuto la notte tra il 25 e il 26 luglio scorso. Per i risultati si dovranno attendere tra 45 e i 60 giorni ma non si può escludere che già nelle prossime settimane dai laboratori del Ris possano arrivare i primi riscontri.

Tracce ematiche e di sostanze organiche, impronte digitali e altri prelievi verranno analizzati per ricostruire i movimenti dei due nella stanza dell’hotel che dista circa 80 metri dal luogo dell’omicidio. All’attenzione degli inquirenti anche il coltello utilizzato da Elder per colpire Cerciello: chi indaga vuole capire se è stato solo Elder a maneggiarlo e a occultarlo nel controsoffitto della stanza o se anche Christian Gabriel Natale Hjorth ha avuto un ruolo attivo in questo ambito. I risultati degli esami tecnici sono attesi per le prossime settimane.

“Ieri e oggi (6 e 7 agosto, ndr) ci sono stati degli accertamenti ripetibili e irripetibili effettuati in modo certosino”, afferma Massimo Ferrandino, avvocato di Rosa Maria Esilio, vedova del vicebrigadiere. C’è molta attenzione a dettagli che saranno estremamente utili a processo”, aggiunge il penalista che a proposito del buco temporale non coperto da registrazioni video dell’incontro tra i carabinieri e i due americani invita alla calma. “Aspettiamo le risultanze, alla fine delle indagini per come le stanno svolgendo gli inquirenti, sarà tutto ben delineato”, conclude.

L’indagine sui fatti del 25 e 26 luglio viaggia parallela con quella avviata a piazzale Clodio sulla foto in cui uno dei due fermati appare con una benda sugli occhi e con le mani legate in uno ufficio della caserma di via In Selci. I pm capitolini procedono per abuso d’ufficio e rivelazione del segreto d’ufficio. Un sottufficiale è finito sul registro degli indagati e varie sono le posizioni al vaglio. In questi giorni sono stati decine i carabinieri ascoltati in tutta Italia soprattutto per cercare di accertare chi per primo ha diffuso sui social network la foto poi rimbalzata sui mass media di mezzo mondo.

Fonti: IL MESSAGGERO – ANSA