Mauro Micucci uccide moglie e amante di lei: “Voleva alimenti, ho perso la testa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Settembre 2014 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Mauro Micucci uccide moglie e amante di le: "Voleva alimenti, ho perso la testa"

(Foto Ansa)

ROMA – “Voleva gli alimenti, quando l’ho vista col suo amante in ascensore ho perso la testa”. A parlare è Mauro Micucci, l’uomo che colto da raptus il pomeriggio del 26 settembre ha ucciso a coltellate la moglie Daniela Nenni e l’amante Alessandro Santoni nell’ascensore di un edificio dell’Inps a Roma. L’uomo è stato arrestato per omicidio plurimo premeditato.

Adelaide Pierucci sul Messaggero riporta le parole di Micucci:

“«Cercavo la prova del tradimento. Perché voleva che le pagassi gli alimenti. E quando li ho visti insieme ho perso la testa. Ma non ero andato là, per uccidere. Avevo portato con me il coltello solo per far loro paura. Ora chiedo perdono ai miei figli. Ho distrutto il loro futuro»”.

Micucci ha ucciso la Nenni, madre di tre dei suoi 5 figli di 25, 18 e 8 anni, e Santoni, tecnico ascensorista di 38 anni. Interrogato dal gip Massimo Battistini e dal pm Cristiana Macchiusi, ha spiegato:

“«Era da tempo che con mia moglie il rapporto era cambiato. A un certo punto lei ha cominciato a parlarmi di separazione, di mantenimento, del fatto che forse sarei finito fuori da casa – ha dichiarato l’omicida durante l’interrogatorio di garanzia a Regina Coeli – così volevo procurarmi la prova del suo tradimento, ma quando li ho visti insieme ho provato una rabbia incredibile e non sono riuscito più a controllarmi. Abbiamo litigato subito giù, vicino all’ingresso. Poi siamo saliti in ascensore e a quel punto, non so come, ho perso il controllo. Ho sbagliato tutto. Ho rubato il futuro ai miei figli. Ho ucciso la loro madre. Non so se mi potranno mai perdonare. Chiedo perdono a tutti»”.

E aggiunge:

“«Avrei fatto meglio un mese fa a suicidarmi. Avrei creato meno dolore». Ora gli investigatori stanno cercando una lettera-testamento che avrebbe nascosto in casa”.

Per i magistrati però la lite non sarebbe stata il frutto di un raptus:

“Gli inquirenti, infatti, ritengono che il blitz armato negli uffcii dell’Inps di Cinecittà sia stato un atto studiato, premeditato. Ieri intanto, all’istituto di medicina legale dell’Università Tor Vergata, il professor Saverio Potenza ha eseguito le autopsie sui due corpi. Le vittime, secondo i primi accertamenti, sono state colpite al cuore e sfregiate con una quindicina di coltellate. Inutile, il loro tentativo, di difendersi, come provato dalle ferite sulle braccia”.