Meredith, “non è certo il Dna sul coltello e sul reggiseno”

Pubblicato il 29 Giugno 2011 - 13:58 OLTRE 6 MESI FA

Meredith Kercher

PERUGIA – Una perizia che mette in discussione i due punti cardine del processo di primo grado sulla morte di Meredith Kercher. Il gancetto del reggiseno e il coltello: il Dna non convince i periti genetico-forensi nominati dalla Corte d’Assise d’Appello di Perugia nel processo contro Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati a 26 5 25 anni in primo grado.

Non è certo che sia di Meredith la traccia di dna trovata sul coltello ritenuto dagli inquirenti l’arma del delitto della studentessa inglese. Relativamente alla traccia di Meredith di Dna isolata dalla polizia Scientifica sul coltello i periti della Corte di Perugia ritengono che ”gli accertamenti tecnici effettuati non siano attendibili” perché ”non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica” della traccia stessa. I periti della Corte d’assise d’appello si Perugia concordano invece ”con le conclusioni cui è giunta la CT circa l’attribuzione del profilo genetico ottenuto da tale campionatura a Knox Amanda Marie”. Quindi il dna sul coltello sarebbe di Amanda ma non è sicuro che fosse una traccia ematica di Meredith.

Per quanto riguarda il reggiseno ”non si può escludere che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione”.

I periti sottolineano che ”non sono state seguite le procedure internazionali di sopralluogo e di protocollo internazionali di raccolta e campionamento del reperto”. Il quadro, alla luce degli esiti della perizia, si complice un bel po’. La Corte aveva infatti incaricato i periti di compiere un nuovo accertamento tecnico sulle tracce di dna dei due reperti che però si è rivelato impossibile. Troppo tempo era passato dalle primi analisi forensi.

Non potendo rifare gli esami sui quei reperti gli esperti – Carla Vecchiotti e Stefano Conti, dell’Istituto di medicina legale dell’università di Roma La Sapienza – sono stati quindi incaricati di valutare ”in base agli atti il grado di attendibilità degli accertamenti generici eseguiti dalla polizia scientifica sui reperti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni”.

Contaminazioni sempre ipotizzate dai difensori dei due imputati ma negate dagli inquirenti. I risultati della perizia depositata saranno discussi in aula il 25 luglio prossimo.