Milano, tram e cocaina: il lavoro diventa spaccio

Pubblicato il 29 Dicembre 2009 - 11:16 OLTRE 6 MESI FA

atmFiumi di cocaina, tram che improvisamente fanno incidenti, autisti che si suicidano. L’azienda dei trasporti di Milano è al centro di una bufera di polvere bianca: indagando sull’omicidio ancora irrisolto di un anziano ergastolano ai domiciliari, Marco Medda, strangolato in casa l’8 giugno del 2008, i carabinieri hanno scoperto i tranvieri spacciatori e consumatori.

Nel mirino degli investigatori ci sono quelli “del Lorenteggio”, quartiere della periferia Sud-ovest. Uno si chiama Claudio, ha 39 anni, taglia la droga con l’Aulin, è già condannato un paio d’anni fa per spaccio. L’altro di nome fa Nello, autista Atm, ha 60 anni. I due «pur facendo largo uso di droga, si adoperano a venderne una parte consistente a un giro di clienti, alcuni dei quali sono autisti della locale azienda Atm (il defunto Giuseppe R., suicidatosi nel 2008, tale Gino, e altri non identificati)».

Le indagini, scrivono i carabinieri, «hanno permesso di appurare con certezza, anche senza riscontri oggettivi come sequestri di droga, che le persone in oggetto in concorso con altre non ancora identificate, hanno organizzato una semplice, ma efficace, distribuzione di sostanza stupefacente di tipo cocaina».

In questa storia ci sono anche due suicidi sospetti, entrambi autisti, di cui uno consumatore di cocaina abituale. Tra lo spaccio di strada e il giro in Atm si fa largo la figura di Giorgio Tocci, 51 anni, ex agente diventato killer dei clan calabresi alla fine degli anni 80, poi collaboratore di giustizia, ora di nuovo dentro per evasione dai domiciliari.