Morte Vanessa Scialfa: l’assassino aveva telefonato alla polizia

Pubblicato il 28 Aprile 2012 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

ENNA, 28 APR – Francesco Lo Presti ha appena strangolato Vanessa Scialfa nell'abitazione a Enna dove abita la coppia quando chiama il suo padrino di battesimo che lavora come agente alla Squadra Mobile. Mentre il corpo della fidanzata e' ancora li' sul letto ha un moto di pentimento e vuole consegnarsi alla polizia. Lo ha raccontato l'omicida nel corso della sua confessione al sostituto procuratore Augusto Rio.

Francesco pero' non ce la fa e chiude il telefono prima di autodenunciarsi. E' questo l'anello di congiunzione tra le indagini dei carabinieri, ai quali il padre della vittima, Giovanni Scialfa, presenta la denuncia di scomparsa e quelle della polizia che invece ritrova il corpo della ragazza.

Dopo quella strana telefonata gli investigatori della squadra mobile si mettono sulle tracce di Lo Presti che rintracciano nei pressi del tribunale in stato confusionale, lo fermano e lo costringono a confessare con un escamotage. Gli dicono che Vanessa e' tornata a casa, ma lui replica: ''non e' possibile''. Poi crolla e li accompagna sul luogo dove ha abbandonato il corpo della fidanzata. Intanto emerge che le vite di Vanessa e Francesco si erano gia' incrociate qualche anno fa e sempre a causa di una tragedia. Entrambi infatti frequentavano la cerchia di amici di Miriam Giannotta, 16 anni, la giovane morta suicida al termine di una notte in discoteca con alcool e droga. I due erano stato chiamati a testimoniare nel processo che si celebro' contro due giovani accusati di avere venduto droga alla minorenne.