Padova, incidente pullman: Lorenzo Ottaviani guidava sotto effetto cocaina

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2013 - 11:45| Aggiornato il 30 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

PADOVA – Il conducente del pullman che ha causato la strage del 5 maggio 2012 sulla bretella che collega la A13 alla A4 a Ponte San Nivolò guidava sotto l’effetto di cocaina e non aveva riposato. A bordo del mezzo c’erano gli ex carabinieri di Latina con le loro mogli diretti al raduno nazionale di Jesolo Lido. Nello schianto sono morte cinque persone e altre dodici sono rimaste ferite.

Per l’autista, il 39enne di Ardea, Lorenzo Ottaviani, il pm Emma Ferrero ha chiesto il rinvio a giudizio. Dovrà rispondere di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e guida sotto l’effetto della droga.

Il 5 maggio 2012 il pullman con i 22 ex carabinieri e le loro mogli era partito da Aprilia, in provincia di Latina, a mezzanotte e dieci, dierezione Jesolo Lido. Il viaggio sarebbe durato circa dieci ore e il conducente, Ottaviani, aveva deciso di fermarsi ogni due ore per permettere ai passeggeri di rifocillarsi.

La prima sosta è avvenuta alle due e mezza, poi alle quattro e trenta e l’ultima alle sei e venticinque nell’area ristoro di San Pelagio, in provincia di Padova. Il luogo dello schianto non è molto lontano, ma quando il pullman è uscito di strada, tra le sette e quaranta e le sette e quarantacinque, tutti i passeggeri erano tornati a dormire. Il mezzo viaggiava a 105 km orari, la prima richiesta d’aiuto è arrivata al Suem alle 7:50.

“Stavo guidando e il volante ha sterzato da solo. Non sono più riuscito a controllare il pullman”. Queste le parole di Ottaviani nel corso del primo interrogatorio. Mentre era ancora in ospedale aveva raccontato al fratello di aver sentito un rumore e poi di aver perso il controllo del mezzo, che è poi finito nella scarpata.

Secondo l’accusa, Lorenzo Ottaviani “aveva omesso di osservare il giorno precedente e durante il viaggio le pause e i riposi prescritti dalla normativa, avendo altresì omesso di tenere una condotta di guida tale da assicurare il compimento in condizioni di sicurezza, di ogni manovra richiesta dalla circolazione stradale, e trovandosi nel corso del viaggio sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, cocaina”, si legge nel capo d’imputazione.