Positivo al Covid passeggia in strada a Venaria: “Stanco di stare chiuso in una stanza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Novembre 2020 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
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Positivo al Covid passeggia in strada a Venaria: “Stanco di stare chiuso in una stanza” (Foto archivio Ansa)

Denunciato dai carabinieri perché positivo al Covid era uscito per andare a fare una passeggiata. Succede a Venaria, a Torino.

Un ragazzo di 22 anni che passeggia in strada nonostante sia positivo al Covid e quindi dovrebbe stare chiuso in quarantena. Per questo motivo è stato denunciato dai carabinieri a Venaria, Torino. Il ragazzo infatti avrebbe dovuto trovarsi in un Covid Hospital in quanto positivo.

Ad avvertire i carabinieri che il paziente si era allontanato senza autorizzazione è stato proprio il personale locale Covid Hospital. Quando il 22enne è stato fermato, ai carabinieri ha detto che si era semplicemente stancato di stare rinchiuso in una stanza. “Me ne sono andato perché ero stufo di stare chiuso in quella stanza”.

Il coronavirus in Piemonte

Dopo la flessione di sabato (-3), domenica aumenta, +8, il numero dei ricoverati in terapia intensiva in Piemonte, ora in totale 398. In calo invece, -18, i pazienti negli altri reparti (5132). L’Unità di crisi della Regione Piemonte registra, nel bollettino di domenica, 69 morti (10 oggi) e +2641 casi positivi, a fronte di 13.605 tamponi processati, Le persone in isolamento domiciliare sono 71.482, i nuovi guariti 1652. Il, totale degli attualmente positivi in Piemonte è di 77012.

Il Piemonte “è pronto a mettere tecnologia e know how a disposizione del Paese” nella gestione del vaccino anti-Covid. Lo ribadisce il governatore Alberto Cirio ai microfoni di RaiNes24.

“Il vaccino Pfizer, se conservato a -75 gradi, può durare fino a sei mesi – osserva Cirio -. Va trasportato in sicurezza e noi abbiamo in Piemonte una grande tecnologia del freddo; le aziende che si concentrano in particolare a Casale Monferrato hanno sviluppato grandi tecnologie, che abbiamo messo a disposizione al commissario Arcuri e di tutto il Paese”.

“Perché è evidente – conclude – che non dobbiamo farci trovare impreparati per fine gennaio, dato entro la quale il commissario Arcuri ha comunicato la possibilità di disporre dei primi 3 milioni e mezzo di dosi di vaccino. E noi siamo pronti a mettere la nostra tecnologia e il nostro know how a disposizione di tutte le regioni italiane”. (Fonti Ansa e Today).