Rai, il nodo Copasir condiziona nomina Vigilanza e Cda

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Luglio 2018 - 06:17 OLTRE 6 MESI FA
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Rai, il nodo Copasir condiziona nomina Vigilanza e Cda

ROMA – Passa per la soluzione del ‘nodo’ Copasir la nomina del nuovo vertice Rai, ovvero la nomina della commissione di Vigilanza Rai e l’elezione del presidente della stessa, passaggi che finiscono con l’avere impatto decisivo sul resto del Cda di viale Mazzini, formato da quattro componenti di nomina parlamentare (due Camera e 2 Senato), [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] due di parte governativa, con indicazione del presidente del Cda e via libera allo stesso da parte della Vigilanza ma a condizione che a favore siano almeno i due terzi, e infine il componente eletto dai dipendenti Rai. Ma non si sa ancora quando si arriverà al traguardo: la Vigilanza non è insediata, di conseguenza manca il presidente della stessa, e per la nomina dei componenti del Cda Rai bisognerà aspettare quanto meno la prossima settimana. Perché c’è appunto il nodo Copasir.

La prassi parlamentare vuole infatti che le due commissioni bicamerali siano presiedute da esponenti della minoranza, ovvero delle formazioni politiche o partitiche dell’opposizione numericamente piu’ consistenti. E poiché a votare sono i parlamentari, in questa occasione non è neanche da escludere che i due partiti di maggioranza e di governo – Lega e M5s – facciano confluire i loro voti su appartenenti a un’unica forza di opposizione. Un’eventualità da non escludere, sebbene i segnali in ambienti politici siano comunque distensivi, ovvero una presidenza a Forza Italia e una al Pd. E così per prassi ecco che per la Vigilanza Rai il presidente è solitamente un senatore mentre per la commissione sui servizi di intelligence un deputato.

Per la prima si fa con insistenza il nome di Maurizio Gasparri, Forza Italia, e sul quale non ci sarebbero particolari resistenze, a parte quelle di M5s. Per il Copasir in teoria c’è il Pd a spingere, in particolare l’ala renziana punta su Lorenzo Guerini. E sarebbero proprio le difficoltà in seno al Pd e quindi il rapporto tra lo stesso e le altre forze di minoranza a rappresentare il collo dell’imbuto e quindi a mettere in discussione, o quanto meno allontanare i tempi di definizione della questione Rai.

Stando al calendario dei lavori parlamentari, entro ieri (9 luglio, ndr) i gruppi di Camera e Senato dovevano indicare i nomi dei componenti della Vigilanza e del Copasir, e quindi procedere nel giro di un paio di giorni – mercoledì 11 – a riunirsi ed eleggere gli organismi dirigenti, a cominciare dai presidenti. A seguire, la prossima settimana, la scelta di Camera e Senato dei 4 rappresentanti in Cda, da individuare tra 367 curricula pervenuti (anche se in realtà i nominativi sono 239 perché in 128 hanno presentato la candidatura all’uno e all’altro ramo del Parlamento). E sempre la prossima settimana il governo, ovvero il Mef, che è l’azionista di riferimento Rai, dovrebbe indicare i due componenti di sua pertinenza.

Il 19 luglio i dipendenti Rai eleggeranno il proprio rappresentante, e a quel punto il quadro sarà completo e si conoscerà il nome del presidente del Cda e quello invece del consigliere che assumerà il ruolo di direttore generale o amministratore delegato, questi due nomi indicati dal governo/Mef. Ma per chiudere il cerchio occorrerà, come detto, il via libera della Vigilanza sul nome del presidente indicato. E prima ancora, proprio la nomina del presidente della Vigilanza. Insieme a quella del presidente del Copasir.