Reddito di cittadinanza: perché chi non lo prende più non chiede il nuovo sussidio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2023 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
reddito di cittadinanza

Foto Ansa

Nessuna corsa per il post reddito di cittadinanza. Meno di un quarto della platea già uscita dall’Rdc, per aver raggiunto il limite delle sette mensilità nel corso dell’anno, ha fatto domanda del nuovo Supporto per la formazione e il lavoro (Sfl) e si è quindi iscritta alla piattaforma Siisl, che prevede una indennità di 350 euro al mese accedendo ai percorsi di formazione e inserimento lavorativo. Finora sono “soltanto 40mila” sui 180mila potenziali soggetti che potrebbero accedervi, sottolinea la stessa ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Calderone.

Il post reddito di cittadinanza

Una platea potenziale (dopo i circa 150mila interessati dallo stop a fine luglio e i 30mila a fine agosto) destinata ad allargarsi. Intanto è atteso il nuovo invio dei messaggi da parte dell’Inps alle ulteriori famiglie – che sono senza minori, disabili o over 60 – che a fine settembre terminano i sette mesi del beneficio nel 2023. Secondo le ultime stime dell’Istituto fatte ad agosto, la comunicazione dovrebbe ora riguardare altri 17mila nuclei.

“Evidentemente stanno facendo anche altre considerazioni”, dice Calderone rispetto agli “ex Redditisti” sottolineando che il resto delle 70mila domande acquisite finora dalla piattaforma “è invece di persone che non percepivano il Reddito di cittadinanza ma che hanno creduto in questo strumento per cercare una nuova possibilità”. Il Supporto è rivolto ai soggetti occupabili tra i 18 e i 59 anni, con un valore Isee familiare non superiore a 6mila euro annui.

Sulla piattaforma sono presenti oltre 700mila posti per i corsi di formazione, 100mila per progetti utili alla collettività e circa 70mila offerte di lavoro. Calderone nega che vi siano ritardi sulla partenza effettiva dei corsi, spiegando che il lavoro va avanti a stretto contatto con le Regioni, e racconta che poco prima del lancio il primo settembre le strutture del ministero e dell’Inps hanno subito “un grosso attacco” informatico: “Eravamo pronti, siamo riusciti a contrastarlo e a partire”.

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