Roma, via Candoni: cabina elettrica del deposito Atac in mano ai rom

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2018 - 14:35 OLTRE 6 MESI FA
Roma, campo di via Candoni: cabina elettrica del deposito Atac in mano ai rom

Roma, via Candoni: cabina elettrica del deposito Atac in mano ai rom (foto d’archivio Ansa)

ROMA – A Roma sud, zona Magliana, la cabina elettrica del deposito dell’Atac è nel campo rom di via Candoni. Questo il cartello che si trova nel deposito dell’azienda di trasporto pubblico. “Se dovesse scattare la corrente in cabina nel campo adiacente, la chiave è dalla signora Sanella di fronte alla cabina elettrica”. Non solo, l’Acea dice che i lucchetti sono stati cambiati e quelli che ora aprono la cabina sono in possesso dei nomadi. I quali ribattono dicendo che l’hanno fatto perché la cabina era sempre aperta ed era un pericolo per i bambini.

La signora Sanella è una rom di origina bosniaca che ha la roulotte davanti alla cabina. La figlia Giulia dice a Elena Barlozzari e Alessandra Benignetti de Il Giornale: “Mia madre ha messo il lucchetto perché abitavamo lì davanti, la porta era sempre aperta e aveva paura che i bambini potessero entrare e rimanere fulminati”. Le croniste riportano anche le parole di Ion Bambalau, il capo dei nomadi romeni del campo: “Sono venuti questi signori dell’Atac che hanno messo un nuovo lucchetto e ci hanno spiegato che non dobbiamo toccare più niente. La corrente la prendono da questa casetta e devono venire qui per aprire e per far funzionare la luce dentro Atac”.

Il Giornale riporta anche le parole di Marco Palma, consigliere di Fratelli d’Italia dell’XI Municipio: “Una cabina elettrica così strategica non può stare all’interno del campo ma deve essere ricollocata nei confini del deposito Atac altrimenti la situazione dello scorso due novembre rischia di riproporsi. La sicurezza del deposito è a rischio”.

“Non a caso il lato del piazzale che confina con il campo è vuoto, perché le vetture parcheggiate da quella parte sono oggetto di atti vandalici, lanci di oggetti e furti”.