Savona: 300 mila euro nelle mutande, smascherato giro di mazzette

di Federica Ionta*
Pubblicato il 3 Febbraio 2010 - 17:10 OLTRE 6 MESI FA

Due donne sorprese alla frontiera con 273 mila euro negli slip hanno svelato un giro di tangenti che coinvolge politici e personaggi noti della provincia di Savona. L’episodio risale all’aprile scorso la notizia delle indagini, guidate dal pubblico ministero Paola Calleri, è stata diffusa soltanto il 2 febbraio.

Le due donne intercettate sono le figlie di un noto costruttore genovese, Pietro Pesce, sospettato di maxi evasione e già al centro di un’inchiesta per abusi edilizi a Celle Ligure e condannato in primo grado a otto mesi per reati fiscali.

Il coinvolgimento di Pesce, inoltre, tira dentro una lunga serie di importanti personalità del comparto edile savonese. Il costruttore sarebbe infatti il “mandante” di una mazzetta da 50  mila euro consegnata a Stefano Parodi, presidente del consiglio provinciale di Savona, per mano di Alberto Ferrando, capogruppo della lista civica in maggioranza a Celle Ligure.

Dopo quasi otto mesi dai fatti, l’indagine è diventata di dominio pubblico in seguito alla richiesta del magistrato Calleri di prorogare le indagini preliminari per continuare  l’attività di inchiesta e verifica da parte della Guardia di finanza negli uffici del costruttore Pesce.

Nove persone sono iscritte nel registro degli indagati, tra cui Parodi e Ferrando e altri personaggi di rilievo dell’amministrazione pubblica locale, come l’ex capo Ufficio accertamenti della direzione regionale dell’Agenzia delle entrate Roberto Bonfanti, accusato di aver soprasseduto a delle violazioni contestate a Pesce dopo una verifica fiscale.

Diverse le reazioni dei politici coinvolti nello scandalo. Ha deciso di dimettersi da consigliere comunale Ferrando, che in una lettera presentata al sindaco di Celle Renato Zunino spiega: «A seguito degli ultimi fatti mi dimetto per potermi difendere e nello stesso tempo per dare la possibilità alla maggioranza di cui faccio parte di continuare a lavorare con la necessaria tranquillità». Opposta la reazione di Parodi, che ha negato di conoscere personalmente Pesce e ha aggiunto «Al momento non vedo il motivo per cui dovrei dimettermi. Sono curioso di sapere come andrà a finire».

*Scuola di giornalismo Luiss