Siena, neonato nasce con gli organi digerenti vicino al cuore

Pubblicato il 29 Ottobre 2012 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA

Siena, aveva ileo, milza e colon vicino al cuore anziché nella pancia. Operato neonato “sta bene”

SIENA – Gli organi digerenti, ileo, milza e colon, ce li aveva nel torace, accanto al cuore, anziché nella pancia. E’ nato così un bimbo di Grosseto, con una malformazione che generalmente porta alla morte nel 30-40% dei casi. Il piccolo è sopravvissuto a un’operazione delicatissima effettuata dal professor Mario Messina direttore di Chirurgia Pediatrica all’ospedale di Siena. Con lui in sala operatoria c’erano anche i chirurghi Giovanni Di Maggio e Francesco Molinaro.

L’intervento eccezionale è uno dei pochissimi finora realizzati in Italia. Realizzato in toracoscopia, con dei piccolissimi fori sul torace, non ha mostrato complicanze nel decorso post-operatorio.

“Abbiamo effettuato sul torace – spiega Messina – un foro da 5 mm per inserire la telecamera e due forellini da 3mm per inserire le pinze operatorie, in modo da spingere l’ileo, la milza e il colon fuori posto dalla cavità toracica a quella addominale, attraverso il buco anomalo dell’ernia diaframmatica. È stato un intervento particolarmente complesso, durato circa due ore. Dopo aver risistemato gli organi nella giusta posizione, facendo attenzione alla particolare fragilità della milza, abbiamo chiuso l’ernia dal torace. Si tratta di un vero e proprio salto di qualità della chirurgia pediatrica senese che si attesta tra i migliori centri europei”.

La malformazione individuata con diagnosi prenatale è stata tenuta sotto controllo dagli specialisti che al momento del parto hanno trasferito d’urgenza la mamma da Grosseto a siena. “Questo tipo di malformazioni- spiega ancora Messina – ha una mortalità nel 30-40% dei casi perché durante la vita fetale i visceri premono sul polmone e non gli consentono di svilupparsi quindi, appena nato, il bambino può avere forti difficoltà respiratorie, nel nostro caso tenute sotto controllo dalla competenza ed esperienza della dottoressa Tomasini”, a capo del reparto di Terapia Intensiva Neonatale.

Ora il piccolo è fuori pericolo e ha iniziato a prendere il latte.