Stromboli, forte esplosione sul cratere avvertita da abitanti e turisti del borgo di Ginostra

Una forte esplosione sul cratere dello Stromboli, alle isole Eolie, è stata avvertita dagli abitanti, dai turisti e dal borgo di Ginostra nel pomeriggio di mercoledì 6 ottobre.

Forte esplosione sul cratere di Stromboli

I vulcanologi dell’Ingv e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell’Osservatorio Etneo hanno riferito che “le reti di monitoraggio hanno registrato alle ore 16:18, una variazione dei parametri monitorati. In particolare si osserva “un’anomalia termica dalle telecamere di sorveglianza”. 

Stromboli: emissioni di CO2 ‘spia’ di eruzioni esplosive

L’aumento dell’anidride carbonica (CO2) nelle emissioni vulcaniche potrebbe essere un segnale precursore delle eruzioni più violente, in grado di lanciare l’allerta con un anticipo che arriva fino a tre mesi. Lo suggerisce lo studio di due eventi esplosivi registrati a Stromboli nell’estate 2019.

I risultati sono pubblicati sulla rivista Science Advances da un gruppo di ricerca tutto italiano che comprende le università di Palermo, Firenze, Pisa e Torino insieme alle sezioni di Napoli e Bologna dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

Vulcani e CO2: lo studio

Lo studio ha analizzato la composizione e i flussi dei gas vulcanici a Stromboli grazie a un sistema di monitoraggio finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale.

I dati dimostrano come il gas vulcanico, e in particolare l’aumento della CO2, giochi un ruolo chiave nelle dinamiche esplosive, e che i periodi preparatori delle esplosioni sono caratterizzati da emissioni anomale di CO2, rilasciate dal magma ancora immagazzinato in profondità.

“Le eruzioni vulcaniche sono fenomeni improvvisi, la cui dinamica è così rapida da sfuggire spesso al controllo preventivo pur rappresentando, come nel caso di Stromboli o Etna, un serio pericolo, sia per la presenza di aree abitate circostanti che per i turisti”, spiega Marco Pistolesi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. “L’utilizzo dei gas vulcanici, che abbiamo proposto in questo studio, apre così nuovi scenari per la loro possibile identificazione e previsione”.