Tiziana Viora, primo primario donna a Torino: “Ho battuto sette uomini”

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2017 - 07:46 OLTRE 6 MESI FA
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Tiziana Viora, primo primario donna a Torino: “Ho battuto sette uomini”

TORINO – Si chiama Tiziana Viora, ha 53 anni ed è la seconda donna primario in Italia, la prima piemontese. Lei, apprezzata da Renzo Leli, noto medico del San Giovanni Bosco di Torino, a settembre è stata nominata direttore di struttura complessa di chirurgia generale del Maria Vittoria, Asl Città di Torino, battendo sette uomini.

“Il motivo?, domanda a Lorenza Castagneri del Corriere della Sera di Torino. Ma guardi, il chirurgo generale, alla Achille Dogliotti, è sempre stato considerato il medico per eccellenza, colui che sapeva aggiustare tutto, dalla testa e ai piedi, e che quindi non poteva che essere maschio. Ma oggi un primario, oltre a operare, deve organizzare. Credo di essere stata amata anche per quella capacità, tipicamente femminile, di riuscire a fare più cose assieme”.

Se anche il suo tempo libero ha risentito dell’importante incarico, lei è molto soddisfatta:

“Abbiamo aumentato di quasi il 30 per cento il ricambio dei pazienti assestandoci su un numero di interventi difficile da migliorare: ne eseguiamo in media 140 al mese per 15 chirurghi”.

La dottoressa Viora è specializzata in operazioni all’addome per rimuovere tumori. Al San Giovanni Bosco ha creato il “Pancreas group” per le malattie dell’organo. Ma intende anche far crescere il lavoro del reparto nell’ambito delle neoplasie endocrine: “Bisogna conoscere i propri limiti e provare a superarli con lavoro duro e massima concentrazione. Solo così non ci si fa sopraffare dalla paura davanti al lettino”.

Soprattutto, però, la dottoressa Viora tiene al rapporto con il paziente:

“Purtroppo questo è un aspetto ancora molto trascurato all’università, ma essere chiari con i malati aiuta a creare un’alleanza terapeutica diversa, in cui la persona non guarda più a ciò che sei, se un uomo o una donna. Rappresenti solamente il medico. Anzi, forse di una donna ci si fida di più perché la gente pensa: “Se è arrivata fin qui, allora significa che è davvero brava””.