Via Poma, parla l’imputato Busco: “Chi ha ucciso Simonetta è responsabile del suicidio di Vanacore”

Pubblicato il 28 Luglio 2010 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

Raniero Busco

Un’idea in questi anni Raniero Busco se l’è fatta. Lui, che si proclama innocente da sempre ma è imputato per l’omicidio di Simonetta Cesaroni, crede che chi ha assassinato la sua ex fidanzata sia anche responsabile del misterioso suicidio di Pietro Vanacore, il portiere del palazzo nel quale avvenne l’omicidio nell’agosto 1990.

Raffaella Fanelli è la giornalista del Corriere della Sera che ha incontrato Raniero Busco a casa sua, nel quartire romano dell’Anagnina, dove vive con la moglie e i due figli, due gemelli di 9 anni. L’intervista è avvenuta dopo l’udienza del 19 luglio scorso. Busco e la moglie hanno raccontanto tutto ai figli, che quindi sanno del processo al padre.

Busco ha ricordato il giorno dell’omicidio, quando la polizia, a poche ore dal ritrovamento del corpo di Simonetta, lo interrogò per ore e ore. Racconta di essere stato anche schiaffeggiato da chi riteneva che fosse colpevole, che calcando la mano magari abrebbe confessato. Ma poi venne rimandato a casa, alla fine lui un alibi ce l’aveva anche se non venne messo a verbale. Per questa “dimenticanza” oggi è nei guai, e ora nel processo deve ricordare cose successe 17 anni fa.

Oggi che è imputato Raniero Busco si dichiara del tutto estraneo e anzi sostiene che chi ha ucciso Simonetta ha indotto al suicidio Pietrino Vanacore, il portiere di via Poma che forse sapeva molte cose. Vanacore si suicidò annegandosi l’inverno scorso e non potrà mai raccontare la sua versione in questo processo.

Ora tutto è rimandato a ottobre, alla prossima udienza. In questa occasione tutti, ma soprattutto Raniero Busco, si aspettano che l’accusa spieghi quale sarebbe stato il movente dell’omicidio. Solo uno, ma forse il più rilevante, dei misteri di via Poma.