Yara Gambirasio: indagini sugli amici della sorella Keba

Pubblicato il 23 Luglio 2012 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA
Yara Gambirasio (LaPresse)

BERGAMO –  Le indagini per l’0micidio di Yara Gambirasio, la tredicenne uccisa vicino a Brembate di Sopra (Bergamo) virano sugli amici della sorella Keba. A scriverlo è il Corriere della Sera che racconta come già nelle ultime settimane c’erano stati una serie di colloqui in procura tra gli investigatori e un gruppo di ragazzi minorenni di Brembate.

La pista, almeno secondo Armando Di Landro che ha parlato con uno dei minori interrogati e che è riuscito a ricostruire le domande degli investigatori, sarebbe quella di individuare dei ragazzi che vengono da fuori.

Racconta un ragazzo di 17 anni al Corriere:

“Ero un po’ spaventato quando un carabiniere si è presentato a casa nostra, con un invito per andare in caserma a Bergamo. Ci sono andato con mia madre e il colloquio, nonostante la mia paura, è stato davvero tranquillo, con due persone che non avevano la divisa. Le domande non sono state molte». Quesiti precisi, però, come racconta Andrea: «Mi hanno chiesto se conosco amici di Keba che vivono a Brembate di Sopra e ho risposto con un nome in particolare, un coetaneo, più o meno, che frequento spesso. Dopo la mia risposta non mi sembravano molto soddisfatti, ma forse è una mia impressione…». Un’altra domanda, precisa, è arrivata subito dopo. Al diciassettenne è sembrata perentoria: «E amici della sorella di Yara, che arrivano da fuori paese, non ne conosci?». «Ho detto di no – aggiunge Andrea -. Io so chi è Keba perché sono cresciuto in paese, come lei. Non conosco i suoi compagni di scuola o i suoi amici di fuori, non so nemmeno se li ha. Comunque il colloquio non è finito lì”.

Insomma la pista porterebbe fuori da Brembate. Non tutto torna, però. Perché i carabinieri non trascurano neppure la pista dei minorenni e chiedono ai ragazzi se qualcuno, dopo il delitto, abbia cambiato abitudini, punti di ritrovo e simili. Una pista, quest’ultima, che si scontra però con l’ipotesi del furgone bianco da cui una testimone avrebbe sentito provenire un grido poco dopo la scomparsa di Yara. Per ora si rimane fermi al profilo genetico del killer e ai ragazzi che, volontariamente. si sottopongono al test. L’assassino, insomma, non sembra ancora nel mirino degli investigatori.