Madre e figlia 15enne morte per una grave intossicazione: sequestrati 19 prodotti alimentari, l'autopsia non ha stabilito l'agente scatenante (foto Ansa) - Blitz Quotidiano
Si sono svolti oggi all’ospedale Cardarelli di Campobasso le autopsie sui corpi di Sara Di Vita, 15 anni, e di sua madre Antonella Di Ielsi, 50 anni, morte nei giorni scorsi nell’ospedale molisano in seguito ad una intossicazione alimentare. Gli esami autoptici sono durati sette ore e sono stati eseguiti dai consulenti incaricati dalla procura a cui hanno partecipato i vari consulenti nominati dai legali dei familiari delle vittime e degli indagati. Al Cardarelli erano presente anche gli avvocati coinvolti e il capo della Squadra Mobile, Marco Graziano.
Gli esami non hanno individuato l’agente scatenante. A dirlo è l’anatomopatologo Marco Di Paolo, consulente della difesa e della famiglia Di Vita. L’esperto ha spiegato che mamma e figlia era sane e che sarebbero morte a causa di qualcosa che hanno ingerito. Al momento si parla quindi di alimento o sostanza che ha provocato la tossinfezione senza però poter dire di cosa si tratti esattamente. Per chiarire le cause dei decessi sarà quindi necessario attendere gli esiti degli esami chimici e tossicologici che richiederanno tempi tecnici più lunghi.

“Dall’autopsia non sono emersi elementi conoscitivi immediati”, ha spiegato l’anatomopatologo. Per questa ragione gli inquirenti hanno deciso di sequestrare 19 gli alimenti trovati all’interno della casa di Pietracatella. Si tratta di un preparato con funghi e peperoni, olive verdi, olive nere, polpette, formaggio con pistacchio, mozzarella di latte vaccino, salsa di pomodoro, funghi presumibilmente del tipo “pleurotus ostreatus”, vongole cotte con guscio, baccalà gratinato con pinoli, uva e patate, torta con pandispagna e crema al pistacchio, pesto, formaggio spalmabile, due tipi diversi di marmellata, polenta condita con funghi presumibilmente champignon, due tipi di formaggio spalmabile, funghi alla contadina, giardiniera autoprodotta. I prodotti sequestrati si trovavano in parte nella casa di Gianni Di Vita e in parte nell’abitazione della madre, al primo piano dello stesso stabile. Le analisi sui cibi sono state delegate all’Istituto Zooprofilattico di Abruzzo e Molise.
