È morto Francesco Valeriano, fu massacrato di botte nel carcere di Rebibbia e ridotto in coma (foto ANSA) - Blitz quotidiano
È morto nelle scorse ore Francesco Valeriano, il 45enne originario di Fondi trovato agonizzante a fine giugno nel carcere di Rebibbia, a Roma, dopo un brutale pestaggio ad opera di ignoti. L’uomo, detenuto per una pena di due anni e mezzo, era arrivato nel penitenziario romano da circa un mese e mezzo, dopo un precedente periodo di detenzione a Cassino. Le sue condizioni erano apparse gravissime sin dal primo momento: trasferito d’urgenza al policlinico Umberto I, mostrava lesioni cerebrali importanti ed era stato sottoposto a una tracheotomia. Da quell’aggressione aveva trascorso l’intera estate ricoverato, oscillando tra momenti di lieve miglioramento e gravi regressioni.
Il lungo calvario tra ospedali e trasferimenti
A settembre sembrava esserci un timido segnale positivo, tanto che l’avvocato della famiglia, Antony Lavigna, aveva iniziato a cercare una clinica per la riabilitazione necessaria. Tuttavia, quella struttura non è mai stata raggiunta. Nei mesi successivi Valeriano è stato spostato più volte, da un ospedale all’altro, sempre più distante dai suoi familiari.
Secondo quanto riferito, aveva perso molto peso, lamentava dolori forti alla testa e viveva in un costante stato di malessere. Dopo un periodo in una clinica privata di Monte Compatri, sabato scorso è stato trasferito in condizioni critiche al policlinico di Tor Vergata. Da quel momento la situazione è precipitata, fino al decesso sopraggiunto nella mattinata di ieri, 11 dicembre, per cause che devono ancora essere chiarite con precisione.
Le indagini sull’aggressione e gli interrogativi aperti
La violenta aggressione che ha portato a questo epilogo era avvenuta a fine giugno all’interno del carcere di Rebibbia. Valeriano era stato trovato privo di sensi, massacrato di botte. Da subito si sono attivati i soccorsi e sono partite le indagini. L’avvocato Lavigna aveva ricordato: “I fatti si sono verificati in carcere, in una struttura chiusa. Non dovrebbe essere troppo complicato risalire ai soggetti coinvolti”.
I presunti responsabili del pestaggio sarebbero già stati individuati, ma gli investigatori stanno verificando ulteriori aspetti, compresa la possibile responsabilità di “soggetti terzi”, “che facciano parte delle istituzioni o meno”, come sottolineato dal legale.
