I parenti si rifiutano di ospitarlo, lui lascia tre milioni di euro alla badante (foto ANSA) - Blitz quotidiano
Il chimico Lido Frediani, malato e con problemi di deambulazione, aveva chiesto alla cugina e al nipote di ospitarlo. Loro gli avevano risposto di no: “Ti portiamo i pasti a casa” e “assumi una badante”. Per questo motivo Frediani ha assunto un’operatrice sociosanitaria di 56 anni, nominata anche erede del patrimonio dell’anziano, stimato in circa tre milioni di euro.
La vicenda, iniziata nel 2019, è finita in tribunale: nel 2020 la badante e il marito, un carabiniere di 53 anni, erano stati accusati di circonvenzione d’incapace. In primo grado la coppia era stata condannata a 4 anni e 4 mesi di reclusione, ma la Corte d’appello di Torino ha ribaltato il verdetto con una formula chiara: “Il fatto non sussiste”.
La decisione dell’anziano e il ruolo della badante
Secondo i giudici, Frediani, pur affetto da un disturbo cognitivo lieve, era comunque in grado di intendere e di volere. La scelta di nominare la badante erede era motivata dal desiderio di “fare un dispetto ai parenti con cui aveva litigato”.
L’anziano, che nel 2019 aveva già 91 anni, aveva vissuto da solo dopo vari problemi di salute, tra cui fratture e attacchi ischemici. Dopo soli cinque giorni di lavoro della badante, Frediani annunciò la sua decisione di lasciarle l’eredità, confermata venti giorni dopo con la firma del testamento dal notaio.
Rapporti familiari e assoluzione
Frediani voleva evitare i parenti al punto da installare un videocitofono e limitare i loro contatti. La Corte ha ritenuto più probabile che la donna e il marito non si fossero approfittati della sua condizione, ma che la scelta fosse dettata da motivazioni personali dell’anziano.
Come spiegano i giudici: “Il chimico manifesta l’intento di nominare erede la badante cinque giorni dopo averla assunta. Non si ritiene che in un così ristretto limite di tempo l’imputata sia riuscita a carpirne la fiducia e indurlo a testare in suo favore scavalcando i parenti”. La badante e il marito sono stati comunque condannati a 10 e 4 mesi rispettivamente per altri episodi minori.
