(Foto Ansa)
Erano un padre cinquantenne e suo figlio di 24 anni i due uomini armati che hanno aperto il fuoco durante una celebrazione ebraica a Bondi Beach, a Sydney, dando vita a una delle più gravi stragi antisemite mai avvenute fuori da Israele. L’attacco ha provocato 15 morti e almeno 29 feriti. Lo ha reso noto la polizia australiana, precisando che uno dei due attentatori è morto mentre l’altro si trova ricoverato in ospedale in gravi condizioni. “Il cinquantenne è deceduto. Il ventiquattrenne è attualmente in ospedale”, ha dichiarato il commissario di polizia del Nuovo Galles del Sud, Mal Lanyon, nel corso di una conferenza stampa. “Posso dire che non stiamo cercando altri autori di reato”, ha aggiunto, confermando che il bilancio delle vittime è stato rivisto a quindici, dopo una prima stima di sedici.
La strage si è consumata nel tardo pomeriggio di ieri durante l’evento “Chanukah by the Sea”, organizzato ad Archer Park, un’area verde affacciata sulla celebre spiaggia di Sydney. Circa mille persone, tra famiglie e bambini, partecipavano alle celebrazioni della festività di Hanukkah, che promettevano “spettacoli dal vivo, musica, giochi e divertimento per tutte le età”. All’improvviso sono partiti almeno 50 colpi di fucile dal ponte pedonale di Campbell Parade, seminando il panico.
Fondamentale l’intervento di un passante, Ahmed al Ahmed, 43 anni, che è riuscito a disarmare uno degli attentatori prima di essere ferito a un braccio. “Un vero eroe – ha detto il premier del Nuovo Galles del Sud Chris Minns – Molte persone questa notte sono vive grazie a lui”. Tra le vittime figurano il rabbino di Sydney Eli Schlanger, una bambina di 12 anni e un sopravvissuto all’Olocausto. La polizia ha inoltre rinvenuto ordigni esplosivi rudimentali in un veicolo nei pressi dell’area dell’attacco.
“Un atto di malvagio antisemitismo che ha colpito al cuore la nazione”, ha dichiarato il primo ministro australiano Anthony Albanese. Israele però ha puntato il dito contro Canberra, ritenuta responsabile anche per aver riconosciuto lo Stato Palestinese: il governo australiano “ha gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo – ha affermato il premier Benyamin Netanyahu – Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio”.
