Bernabé (Telecom), in crisi con i soci, minaccia: “Resistere!”

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 11:51| Aggiornato il 26 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La posizione di Franco Bernabè come presidente esecutivo di Telecom, e con la sua quella dell’amministratore delegato Marco Patuano è traballante. Nell’ultima riunione del Consiglio di amministrazione i due top manager sarebbero stato addirittura invitati a uscire dalla stanza, per consentire ai consiglieri di discutere liberamente e senza imbarazzo: la rivelazione è del Corriere della Sera, con un articolo che parte dalle parole di martedì 12 marzo dello stesso Bernabè (“Bernabè avverte: non getto la spugna”, in risposta al “pressing dei soci” dice il titolo) e si allarga alla preoccupante e preoccupata posizione dei soci e del consiglio di amministrazione.

Scrive il Corriere: “I soci di Telecom sarebbero insoddisfatti della gestione Bernabé” e gli ultimi consigli d’amministrazione del gruppo telefonico non sono stati facili” per Bernabé, causa la “lettura non proprio esaltante dei risultati della sua gestione”.

Secondo il Corriere,

“le contestazioni, piuttosto dure, sarebbero partite da Luigi Zingales, consigliere indipendente del gruppo, cui si sono aggiunte subito altre voci. A un certo punto del confronto Bernabè e Patuano [e qui il racconto è senza condizionale ma all’indicativo] sono stati invitati a lasciare la riunione per permettere ai consiglieri di confrontarsi”.

Risultato:

“la decisione di stringere la presa e marcare a vista i vertici. Una fiducia a tempo”,

con la previsione di altri incontri fra i soci

“senza la presenza dei manager”.

Il Corriere usa termini molto duri, tipo:

“I soci di Telco avrebbero insomma iniziato a valutare il costo-opportunità di mantenere l’assetto di vertice di Telecom inalterato, dopo aver visto in Borsa il titolo scendere in picchiata, i dividendi ridursi continuamente e una strategia che sembra puntare più al mantenimento che alla crescita. Per gli azionisti serve un deciso cambio di passo”.

La risposta di Bernabé è arrivata indiretta e pubblica, quasi una settimana dopo:

“Non esistono soluzioni fantasiose. Non c’è la bacchetta magica”.

Poi un passaggio minaccioso:

“Il mio impegno è resistere e non gettare la spugna, continuare nell’interesse della società e dei dipendenti”.

Ha fatto seguito, nota il Corriere un ancor più minaccioso

resistere, resistere, resistere!”.