Bpm-Banco: da Bce via libera informale alla fusione

di Edoardo Greco
Pubblicato il 23 Marzo 2016 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA
Bpm-Banco: da Bce via libera informale alla fusione

Un ingresso della sede centrale della Banca Popolare di Milano
MATTEO BAZZI / ANSA

FRANCOFORTE – Fusione Bpm-Banco Popolare: dalla Bce (Banca centrale europea) arriva un via libera informale alla fusione. Per un via libera formale all’operazione è attesa dalle banche la presentazione di un business plan, finora non pervenuto, che dovrà essere vagliato prima dal meccanismo di vigilanza unico (Ssm) e successivamente dal consiglio direttivo della Bce. La sospensione di Bpm e Banco è prolungata per il resto della seduta in Piazza Affari in attesa di un comunicato.

“Da quello che capisco dai giornali italiani le condizioni che abbiamo posto sono state capite dalle banche, dunque ora si dovrebbe procedere abbastanza velocemente” sulla fusione Bpm-Banco popolare. Aveva dichiarato in mattinata la presidente del consiglio di vigilanza bancaria europeo Danièle Nouy.

In un progetto di fusione “il primo elemento che le banche presentano, prima di qualsiasi altra cosa, è di solito il business plan nel caso delle due banche italiane verrà un po’ più tardi”, ha detto la Nouy a proposito dell’operazione Bpm-Banco popolare, spiegando che Francoforte “vuole ancora vedere” un business plan ma “non è una precondizione per avanzare nelle discussioni” e dunque probabilmente “ci sarà una risposta prima di ricevere il business plan”.

Parlando in risposta a una domanda specifica sull’operazione Bpm-Banco, Nouy ha detto: “Da quello che capisco dai giornali italiani, che stanno scrivendo molto di questa operazione, le condizioni che abbiamo posto sono state comprese dalle autorità bancarie e saranno realizzate. Dunque sembra che ci muoveremo abbastanza velocemente. Se da quello che leggo sono bene informata, e credo di esserlo, procederemo”.

L’Italia è fra i Paesi dove c’è spazio per fusioni bancarie allo scopo di avere banche più profittevoli e con modelli di business più sostenibili”. Ha detto la Nouy, aggiungendo però che non bisogna ripetere errori passati e dunque le entità post-fusione devono risultare “più forti, non più deboli”. Un’osservazione valida anche per l’operazione Bpm-Banco vista la rilevanza di quella che sarebbe “la terza maggiore banca italiana”.