Crisi Grecia: bond in picchiata, il deficit sale al 14% del Pil

Pubblicato il 7 Aprile 2010 - 20:24| Aggiornato il 8 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

I dati Eurostat collocherebbero il disavanzo ellenico 2009 al 14% del Pil, contro il 12,7% dichiarato ufficialmente

La Grecia è di nuovo sotto i riflettori. Le prospettive incerte sulla sorte delle finanze del paese scuotono l’euro e portano i bond greci al loro peggior livello da quando è iniziata la crisi. I nervosismi sui mercati sono stati provocati da una notizia – poi smentita – che suggeriva che la Grecia starebbe rinegoziando l’accordo raggiunto dai 16 paesi dell’Eurozona sugli aiuti finanziari perché le condizioni imposte dall’Fmi sarebbero troppo severe e onerose.

Inoltre, la Grecia sta cercando di rifinanziare il debito, ma ci sono segni che la domanda per il debito greco si stia prosciugando. Due ufficiali del governo greco hanno detto che investitori asiatici hanno mostrato un interesse limitato su un nuovo bond governativo. Il ministro delle Finanze greco George Papacostantinou ha in programma un viaggio in Asia e uno negli Stati Uniti per cercare di rifinanziare il debito greco.

Negli Usa Papacostantinou vorrebbe raccogliere tra i 5 e i 10 miliardi di dollari entro maggio. Secondo quanto riportato dal Financial Times, dopo due anni Atene si appresta a collocare sul mercato statunitense un maxi bond da miliardi di dollari e per la prima volta si presenterà sotto le spoglie di Paese emergente. Il quotidiano economico londinese aggiunge che “con questa emissione la Grecia punta a diversificare la propria base di investitori e dopo il 20 aprile” il ministro delle Finanze ellenico inizierà un roadshow negli Stati Uniti per convincere gli americani ad investire nei titoli di Stato greci. Il governo ellenico deve raccogliere 5-10 miliardi per rimborsare circa 10 miliardi di titoli e interessi in scadenza a maggio. Morgan Stanley dovrebbe assistere Atene nell’operazione di collocamento dei bond greci sull’altra sponda dell’Atlantico.

Ma i problemi per Atene non finiscono qui: i dati Eurostat collocherebbero il disavanzo ellenico 2009 al 14% del Pil, contro il 12,7% dichiarato ufficialmente. I rumor hanno messo in fibrillazione gli speculatori sui mercati valutari. L’euro è così sceso sotto 1,34 dollari, il differenziale tra i titoli greci e il Bund tedesco si è allargato al punto da toccare i 408 punti, massimo storico, e anche lo spread sui credit default swap (la spia del rischio di bancarotta sovrana) è balzato a quota 374, il punto più alto dallo scorso 25 febbraio. La Borsa greca ha infine perso il 2,2%, in controtendenza rispetto ai listini del Vecchio continente.

Ad aggiungere benzina sul fuoco e riportare la crisi della Grecia al centro della scena ha contribuito anche un articolo del Daily Telegraph secondo cui società e ricchi privati stanno portando i loro capitali fuori dal Paese. I dati della Banca centrale di Atene mostrano che a febbraio sono usciti dal Paese oltre 3 miliardi di euro di depositi detenuti da privati e imprese, mentre a gennaio ne erano usciti 5 miliardi.

In questo clima arroventato è cominciata oggi, 7 aprile, per concludersi tra un paio di settimane, la missione ad Atene dei tecnici del Fmi che ha come obiettivo quello di fornire assistenza tecnica per migliorare la lotta all’evasione. Per aiutare i 27 paesi dell’Unione europea a ripianare i debiti provocati dalla crisi economica e finanziaria con gli aiuti alle banche, la Commissione Ue punta invece sulla «finanza innovativa». Bruxelles pensa a nuove tasse sulle banche e sulle emissioni di biossido di carbonio.