La vocazione internazionale di Enel e il “ritorno al futuro” con il carbone. Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera

Pubblicato il 1 Aprile 2011 - 15:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Enel ha aumentato la sua vocazione internazionale, con investimenti all’estero e uno sguardo sempre puntato sul nucleare. Lo sostiene Massimo Mucchetti, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, in cui il giornalista fa un’analisi sulla situazione dell’azienda energetica. Secondo Mucchetti prima di sciogliere i nodi sulla politica aziendale di Enel, sarà necessario capire quali saranno le nomine ai vertici dell’azienda. Mentre sul fronte del nucleare l’azienda ha messo un freno dopo che la tragedia giapponese di Fukushima riaprisse il dibattito sul tema della sicurezza.

“La vocazione internazionale di Enel e il «ritorno al futuro» con il carbone L’incognita spagnola sul debito. Gli interrogativi sugli investimenti nel nucleare Fulvio Conti si avvia al suo terzo mandato da amministratore delegato, probabilmente assieme al presidente Piero Gnudi, avendo fatto dell’Enel un colosso internazionale, ma concepito e pagato prima che la crisi finanziaria, la recessione occidentale e il grave incidente nucleare giapponese rimettessero in discussione il mondo dell’energia, e anche prima che la leadership del capo azienda e del consiglio di amministrazione venisse insidiata dalla maggioranza di centro-destra che, in perfetto stile Prima Repubblica, sembra arrogarsi anche le nomine di secondo livello, vedi la candidatura di Augusto Fantozzi alla presidenza di Enel Green Power.

“Ma andando all’osso, resta una domanda di fondo: se il nuovo colosso abbia i piedi di argilla o d’acciaio. La risposta non è priva di ambivalenze. Cominciamo dal nucleare, la partita più calda, ma non troppo rilevante per il bilancio. Al momento. Oggi la produzione di fonte nucleare, tutta estera, contribuisce per il 6%al margine operativo lordo del gruppo Enel. Gli investimenti per l’avvio del nucleare in Italia ammontano a 350 milioni fino al 2015 su un piano globale di 30 miliardi. Il grosso del progetto, 4 reattori Epr per una spesa annunciata in 18 miliardi, verrà realizzato in seguito, quando probabilmente Conti non sarà più alla guida dell’Enel e Berlusconi avrà lasciato palazzo Chigi. E sarà spalmato su 10 anni. L’Enel non ha ancora chiarito quanto sarà finanziato a debito e quanto con capitale di rischio. Metà delle azioni della società di scopo, tuttavia, dovrebbero venir sottoscritte da consorzi di clienti che si impegnano a ritirare energia in proporzione e metà dall’Enel e dalla francese Edf, regina del nucleare mondiale”. ()