F-35, Corte dei Conti: “Costi raddoppiati, ma non possiamo ritirarci”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2017 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA
F-35, Corte dei Conti: "Costi raddoppiati, ma non possiamo ritirarci"

F-35, Corte dei Conti: “Costi raddoppiati, ma non possiamo ritirarci”

ROMA – F-35, l’allarme della Corte dei Conti: “I costi del programma sono raddoppiati, ma non possiamo ritirarci”. E’ quanto sottolineano i giudici tributari in una analisi.

Il programma per i caccia F-35, sottolinea la Corte dei Conti, “è in ritardo di almeno cinque anni” per le “molteplici problematiche tecniche” che hanno fatto anche si che i costi del super-caccia siano “praticamente raddoppiati”; anche le prospettive occupazionali per l’Italia “non si sono ancora concretizzate nella misura sperata”. Tuttavia, “l’esposizione fin qui realizzata in termini di risorse finanziarie, strumentali ed umane è fondamentalmente legata alla continuazione del progetto” ed uscirne ora produrrebbe importanti perdite economiche.

I giudici, però, evidenziano anche che “la valutazione complessiva del progetto deve tener conto, proprio in termini squisitamente economici, della circostanza che l’esposizione fin qui realizzata in termini di risorse finanziarie (3,5 miliardi di euro fino a fine 2016 e più di 600 milioni ulteriori previsti nel 2017), strumentali ed umane è fondamentalmente legata alla continuazione del progetto”.

Il volume economico stimato per i prossimi vent’anni è di circa 14 miliardi di dollari, e non va sottovalutato l’effetto moltiplicatore sull’indotto, sottolineano i giudici. Gli Stati Uniti “hanno ridotto di quasi il 50% il numero di velivoli ordinati nelle fasi iniziali. L’avvio della fase di full rate production, inizialmente previsto per il 2016, è stato progressivamente posticipato, ed è attualmente previsto a partire dal lotto di produzione 15 (2021-2022), con un ritardo di almeno 5 anni”.

I costi unitari sono “praticamente raddoppiati”, e solo negli ultimi anni si sono manifestati segnali di miglioramento, in termini di maggiore efficienza produttiva e della catena di approvvigionamento da parte dei sub-fornitori. Ma l’idea di ridimensionare la partecipazione nazionale al programma “determina potenzialmente una serie di effetti negativi” in termini economici ed occupazionali.