OffshoreLeaks. I nomi italiani: Terrin, Ghioni, i Pederzani, i Severgnini….

Pubblicato il 5 Aprile 2013 - 09:30| Aggiornato il 14 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – OffshoreLeaks. I nomi italiani.  Banche, capi di stato, baronesse, oligarchi. La lista dei nomi italiani finiti nell’inchiesta su chi organizzava avventure fiscali nelle “isole del tesoro” comprende 200 nomi: i presunti evasori debbono stare sulle spine, perché i pm sono già in preallarme, quella black-list è utilizzabile sia dalle Procure che dal Fisco che nella caccia agli evasori dedica uno sguardo privilegiato agli “agevolatori”, ai creatori di “scatole” fiscali, agli intermediari oscuri. Tra gli italiani si sono già fatti i nomi dell’ex collaboratore di Tremonti Gaetano Terrin, quello dell’haker assoldato nel Tiger Team dello scandalo Telecom Fabio Ghioni, più i Pederzani, facoltosi gioiellieri del centro di Milano e la storica famiglia di commercialisti milanesi, i fratelli Severgnini.

Terrin, l’amico di Tremonti. La sua posizione in senso giuridico era quella di “protector”, ovvero custode, del Claudius Trust, società operativa tra il 1997 al 2006 alle isole Cook. Il periodo è importante, perché all’epoca Terrin lavorava presso lo studio Tremonti. Rispondendo all’Espresso oggi minimizza quell’incarico e scagiona sotto ogni punti di vista l’ex ministro. Oggi è sindaco delle Generali Assicurazioni e di molte altre aziende: nel curriculum per la nomina a Trieste, nel 2008, scriveva di essere “stretto collaboratore del professor Giulio Tremonti”.

I fratelli Severgnini. Lo studio ha un rilievo assoluto nel mondo dei commercialisti di Milano. Il padre Guido fu protagonista di battaglie finanziarie condotte al fianco di Mediobanca guidata da Cuccia. Fu anche arrestato da Di Pietro ma poi fu rilasciato perché vittima e non artefice della corruzione di cui era accusato. I figli hanno proseguito con successo l’attività del padre, assistendo altri importanti clienti da Fabio Capello alla Magiste di Ricucci all’epoca della sfortunata scalata a Rcs. Sarebbero titolari di un trustee alle isole Cook e di altre due finanziarie nei paradisi fiscali.

Fabio Ghioni, l’hacker del Tiger Team. E’ quello che nega con più convinzione (“Non so nemmeno dove sono le Isole Vergini”). Di lui si sono occupate le cronache quando risultò coinvolto in qualità di mago informatico del gruppo Tiger che spiava e intercettava illegalmente dall’interno della Telecom. Per questa vicenda di dossieraggio illegale è anche finito dentro. Secondo i gli OffshoreLeaks, al suo domicilio è collegata la paternità del Constant Surge Investments  ai Caraibi.

I gioiellieri Pederzani, il ramo Agusta, i Carimati di Carimate. In un trust di Rarotonga sono spuntati i nomi della famiglia di gioiellieri milanesi Pederzani, noti del miglio quadrato della moda e vittime del famoso furto in gioielleria di 800 mila euro da parte di un falso lavavetri. Insieme a loro un ramo della famiglia Agusta e i Carimati di Carimate.

A loro insaputa, tra i beneficiari del trust anche l’Unione Italiana Ciechi, la Lega per la lotta all’Aids, il Centro per il bambino maltrattato.