Svolta Bundesbank: Bce come Fed, possibile il quantitative easing

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Marzo 2014 - 18:34 OLTRE 6 MESI FA
Svolta Bundesbank: Bce come Fed, possibile il quantitative easing

Jens Weidmann (Foto Lapresse)

BERLINO – La Banca centrale europea come la Federal Reserve, pronta ad un possibile quantitative easing. Il falco tedesco della Bce, Jens Weidmann, presidente della Bundesbank e sostenitore del rigore monetario, ha ammesso che l’acquisto di titoli di Stato posseduti dalle banche per far risalire l’inflazione e contrastare la deflazione “non è fuori questione”.

In un’intervista alla Mni, la maggiore agenzia economica tedesca, Weidmann ha detto, sulle stesse “misure non convenzionali” definite solo pochi giorni prima “possibile causa di problemi legali”:

“Le misure non convenzionali che stiamo valutando sono in gran parte un territorio inesplorato. Questo significa che abbiamo bisogno di una discussione sulla loro efficacia e anche sui loro costi e i loro effetti collaterali. Questo non significa che un programma di quantitative easing sia in generale fuori questione, ma dobbiamo essere sicuri che sia rispettato il divieto del finanziamento monetario delle politiche fiscali”.

In Europa, però, a differenza dagli Stati Uniti, non potrebbe trattarsi di un acquisto diretto di titoli di Stato emessi dai governi sul mercato primario. L’unico opzione è che i titoli vengano comprati sul mercato secondario, da banche, risparmiatori e investitori.

Weidmann non ha nemmeno escluso interventi per evitare un eccessivo rialzo dell’euro:

“Se si volessero contrastare le conseguenze sulle prospettive di inflazione di un forte apprezzamento dell’euro, i tassi negativi sembrerebbero una misura più appropriata di altre; ma stiamo parlando di scenari ipotetici, non di decisioni imminenti”,

ha detto in riferimento ai tassi sui depositi che le banche lasciano alla Bce, attualmente sono a quota zero.

Le dichiarazioni di Weidmann sono arrivate proprio poche ore prima di quelle del presidente della Bce, Mario Draghi, che da Parigi ha riconosciuto che la crisi non è finita, nonostante il picco sia stato superato, e che Francoforte è pronto ad agire per sostenere la ripresa, varando nuove misure a sostegno della stabilità dei prezzi.