Tasse, abbassarle solo ai poveri. Ma ne sono già esenti!

di Lucio Fero
Pubblicato il 3 Aprile 2017 - 10:58 OLTRE 6 MESI FA
Tasse, abbassarle solo ai poveri. Ma ne sono già esenti!

Tasse, abbassarle solo ai poveri. Ma ne sono già esenti! (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Tasse, abbassarle solo ai poveri è la recente parola d’ordine che corre dalle Alpi alle Piramidi…Più modestamente è il mood, il ritornello, la musichetta, lo slogan che corre da Sinistra Italiana fino a Orlando-Emiliano candidati segretari del Pd passando per Mdp di Bersani-D’Alema, Cgil di Camusso, Campo Progressista di Pisapia e sicuramente l’elenco ha omesso qualche altro isolotto dell’arcipelago a sinistra.

Tasse, abbassarle solo ai poveri che poi parola d’ordine tanto recente non è. Talmente non è recente che, giustamente eseguendola e dandole corso, nei decenni è stata esaudita e realizzata. Già, perché qui e oggi in Italia i poveri proprio non possono vedersi abbassate le tasse. Per la semplice ragione che i poveri, o almeno quelli che si dichiarano tali e tali ufficialmente risultano, dalle tasse sono esenti.

Già, esenti. La sinistra che chiede, esige, implora di abbassare le tasse solo ai poveri se lo deve essere dimenticato. Oppure ignora del tutto come è fatta la geografia delle tasse e del reddito in questo paese. Oppure lo sa e se ne frega. Oppure non sa quel che dice. Oppure va bene tutto pur di essere anti governo e anti Renzi. Scegliete voi, il fatto è però che i poveri in Italia dalle tasse dirette sono esenti.

Su circa 40 milioni di contribuenti infatti circa dieci milioni non pagano un euro di tasse perché con redditi sotto la soglia del tassabile. Dieci milioni di contribuenti. Le stime, anche quelle più pessimistiche, anche quelle più accorate della Cgil o della Caritas non arrivano a conteggiare più di cinque/sette milioni di italiani in condizioni di povertà. Di che stiamo parlando allora quando si sceneggia il “tasse abbassate solo ai poveri”? Di nulla di concreto, di molto, moltissimo di sceneggiato.

Oltre ai dieci milioni di contribuenti esenti di fatto da tasse, altri quindici milioni di contribuenti denunciano redditi entro i 15 mila euro annui. Il che di fatto ne fa dei poveri, o no? Più che fondato il sospetto che i redditi reali in questa fascia non siano quelli denunciati al fisco, in ogni caso su questa fascia la tassazione è minima. Abbassare le tasse solo ai poveri vuol dire dunque azzerarla per questa fascia? Dieci più quindici: i poveri sarebbero dunque in Italia venticinque milioni di contribuenti?

Restano secondo i Bersani-D’Alema-Camusso-Orlando-Emiliano- Pisapia e nipotini politici di Vendola gli altri quindici milioni di contribuenti, in gran parte quei ricconi da duemila euro netti al mese, magari 2.500 che non meritano abbassamento delle tasse, meritano di pagare i ticket ed essere messi ai margini del welfare. Con 2.500 al mese netti che vogliono mai?

Resta da capire se i Bersani-Camusso-Orlando ci sono o ci fanno. La mappa dei redditi degli italiani è come tutti sanno e ammettono falsa e fuorviante. Tra gli esenti da tasse ci sono poveri veri e finti poveri. Così come finti poveri ci sono negli scaglioni di reddito ufficialmente bassi. Una politica fiscale che si muove su questa mappa da tempo regala esenzioni e benefit fiscali appunto ai finti poveri, quelli poveri nella dichiarazione dei redditi e solo lì.

Non solo, il carico fiscale, già squilibrato sulle spalle della tassazione su lavoro e salari, proprio ancora qui dovrebbe essere caricato per pagare ulteriore abbassamento della già quasi inesistente tassazione su 30 milioni di contribuenti. Una decina di milioni di contribuenti dovrebbe ancor più di quanto fa pagare per via fiscale il 51% del Pil di spesa pubblica.

La parola d’ordine che corre, parola d’ordine che dovrebbe niente meno che caratterizzare a sinistra, ignora la realtà di tasse e redditi nel paese, la distorce e finisce per essere oltre a tante altre cose anche socialmente ingiusta. E’ la parola d’ordine che fa pagare al lavoratore dipendente a duemila al mese il welfare all’evasore fiscale. Proprio sinistra, non c’è che dire.

Ma che non si fa e non si dice per smontare l’odiato “renzismo”, che non si fa per far concorrenza al reddito di cittadinanza promesso da Grillo e anche Berlusconi ha appena detto che mille al mese netti esentasse a tutti i pensionati…E allora come si fa a distinguersi, essere di sinistra in questa corsa a chi regala più soldi (finti) a tutti? Ecco, si fa pagare ai ricchi. Ecco infatti il mondo dei Bersani-Camusso-Emiliano: si assume, assunzioni pubbliche e non sgravi fiscali alle imprese, poi si tassano gli assunti, quindi quando imprese e salari stentano, allora si manda in pensione. La Dc sarebbe arrossita, loro lo chiamano socialismo.