Non tornano i conti a Tremonti, mancano 7 miliardi. Tre arrivano dalle Tlc, gli altri?

Pubblicato il 26 Ottobre 2010 - 19:40 OLTRE 6 MESI FA

Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti

A Giulio Tremonti i conti proprio non tornano. Dopo la manovra da 24 miliardi varata in giugno, mancano all’appello, almeno altri 7 miliardi. Ma non aveva detto che andava tutto bene? Sembra proprio di no perché il ministro dell’Economia, oltre al “milleproroghe” di fine anno, sta pensando a un decreto legge da 7 miliardi. Tre miliardi sono sicuri, e arriveranno dalla vendita delle frequenze digitali. Ma per i restanti 4 miliardi? In ambiente governativo si dice che si guarderà alle nuove entrate più che a tagli di spesa. Una nuova manovrina, dunque, che potrebbe arrivare già a novembre e che potrebbe portare a un innalzamento mascherato di tasse. Perché questi 4 miliardi, volendo evitare altri tagli, dove li va a trovare Tremonti?

Il ministro dell’Economia è alle prese con i ministri che con sempre più forza chiedono fondi. Tremonti ha garantito le risorse per la riforma dell’Università di Mariastella Gelmini e la dotazione dovrebbe ammontare a 800 milioni. Il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, ha fatto pervenire a via XX settembre una richiesta di 700 milioni di euro per il 2011 per rimpinguare il fondo sociale. Servono poi i soldi per la proroga della cassa integrazione in deroga. Una parte dello stanziamento sarà il residuo di quanto previsto per il biennio 2009-2010 che non è stato speso, ma sono necessarie anche risorse fresche.

Batte cassa anche il nuovo ministro dello Sviluppo, Paolo Romani che non avrebbe gradito l’utilizzo dell’operazione frequenze come dote per il decreto. E se proprio deve dire di sì, vuole un ‘ritorno’. Le richieste vanno dagli 800 milioni per la banda larga, già previsti ma mai concretamente erogati, alla proroga dello sconto fiscale del 55% per l’efficenza energetica degli edifici, misura che scade a dicembre 2010.

Nel pacchetto di richieste firmato dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, figurano il ripristino dei fondi per i parchi, tagliati con la manovra e che ora in molti casi rischiano la chiusura, i fondi per le bonifiche e quelli per l’Ispra (Istituto superiore per le ricerche ambientali).

Nel complesso oltre 100 milioni per il 2011. Dal ministero dei beni culturali è giunta la richiesta del reintegro del Fus (fondo unico per lo spettacolo) per 150 milioni l’anno. Per il sostegno al cinema Bondi chiede il tax credit e il tax shelter (circa 100 milioni annui per tre anni). Mancano all’appello anche le risorse per la proroga delle missioni e per il settore dell’autotrasporto.