Unicredit, da cda fiducia a Palenzona. “No anomalie”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Ottobre 2015 - 22:08| Aggiornato il 18 Ottobre 2015 OLTRE 6 MESI FA
Fabrizio Palenzona

Fabrizio Palenzona

MILANO – “Nessuna anomalia”. Così Unicredit conferma la fiducia nel vice presidente, Fabrizio Palenzona, finito al centro di un’inchiesta della Dda di Firenze. Il cda, dopo un’informativa dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni (durante la quale il vice presidente ha lasciato la riunione) e sulla base di risultati di un audit interno, ha preso atto che “non sono emerse anomalie”. La vicenda riguarda il via libera da parte di alcuni dirigenti della banca alla ristrutturazione del gruppo guidato da Andrea Bulgarella da cui è partita l’inchiesta che vede indagato, tra altri, anche Palenzona.

Gli affidamenti all’imprenditore trapanese vennero concessi nei primi anni 2000 da Banco di Sicilia e Capitalia. Il consiglio, viene spiegato in una nota, oltre a confermare “la fiducia nell’operato dei propri esponenti”, manterrà “il proprio impegno attivo nel seguire gli sviluppi sia del procedimento penale che delle verifiche interne onde essere sempre nelle condizioni di esprimere le proprie valutazioni”. Inoltre il board ha preso atto che “non risulta approvato alcun progetto di ristrutturazione del debito del Gruppo Bulgarella”.

Su Palenzona, peraltro, al momento non ricorrono i presupposti, previsti dal decreto sui requisiti di onorabilità, per la sospensione dal consiglio. Tutta la vicenda è, comunque, all’attenzione di Bankitalia, come ha spiegato il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti in risposta ad interrogazione in Commissione Finanze alla Camera. L’inchiesta che vede coinvolto anche Palenzona arriva in un momento caldo per UniCredit che tra poco meno di un mese, l’11 novembre (giorno in cui saranno diffusi anche i conti del terzo trimestre e dei nove mesi), presenterà la revisione del piano al 2018.

Aggiornamento su cui l’ad Federico Ghizzoni è estremamente concentrato anche per la forte attesa, non solo del mercato. Il gruppo – che oggi ha cooptato in consiglio Mohamed Hamad Ghanem Hamed Al Mehairi, ceo di Aabar Investments – lavora al taglio dei costi e al rafforzamento del business per sostenere la redditività e a rafforzare il capitale. In quest’ambito non hanno trovato conferma i rumors di un taglio di 10mila posti (con Italia, Germania e Austria coinvolte). Ma è il miglioramento della redditività il vero nodo. E’ chiaro a tutti e, soprattutto, ai soci (che investono per essere poi remunerati) che Unicredit deve cambiare passo anche rispetto al competitor principale Intesa Sanpaolo che ha performance, non solo negli utili, di lunga migliori (+30,5% in Borsa da inizio anno contro un +6% del gruppo di Piazza Gae Aulenti). Intanto, tra le partite aperte, il gruppo dovrebbe chiudere entro l’anno la cessione di Ukrosotsbank, controllata in Ucraina. E, sempre entro il 2015, dovrebbe essere portato a termine un altro step per l’asset management Pioneer-Santander..