Accordo Eni-Rosneft con la benedizione di Putin

Pubblicato il 25 Aprile 2012 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

MOSCA, 25 APR – Battendo la concorrenza di societa' americane, norvegesi e cinesi, Eni e' stata scelta da Rosneft, primo produttore petrolifero russo, per un accordo strategico che prevede lo sviluppo congiunto di licenze esplorative nell' offshore russo del Mare di Barents e del Mar Nero (valore degli investimenti oltre 100 miliardi di dolllari, secondo il partner russo) e l'acquisizione da parte di Rosneft di partecipazioni Eni in progetti internazionali fuori della Russia.

A benedire l'intesa, firmata oggi nella sede del governo, il premier e presidente eletto Vladimir Putin, che ha spianato anche la strada a un incontro con il premier Mario Monti nel forum economico di San Pietroburgo a giugno, come suggerito dall'ambasciatore italiano a Mosca Antonio Zanardi Landi e dallo stesso ad di Eni Paolo Scaroni.

''Faremo di tutto per la visita del premier Monti, eventualmente adegueremo noi la nostra agenda'', ha detto un Putin cordiale e soddisfatto, davanti a un caminetto dove ha promesso ''il massimo impegno del governo'' per sostenere ''un progetto a lungo termine molto promettente'', che segna un ''salto nel livello della nostra collaborazione'', dove finora ''Eni ha lavorato molto bene''. ''Un progetto affascinante e strategico, che orientera' la nostra attivita' esplorativa per molti anni'', ha osservato Scaroni, definendo l'accordo di oggi ''l'ultimo passo di un cammino per diventare il primo partner della Russia nel mondo degli idrocarburi'', con una collaborazione ''che non puo' vantare nessun'altra compagnia al mondo''.

Una partnership storica, in particolare con Gazprom, di cui Eni e' il primo cliente al mondo, ma cresciuta negli ultimi anni a livello industriale: soci del colosso del gas nel Blue Stream e in South Stream (''a novembre la decisione finale sull' investimento''), produttori dalla scorsa settimana di idrocarburi nell'upstream siberiano assieme a Enel e societa' russe, e ora partner di Rosneft. Un accordo quest'ultimo, ha precisato Scaroni, reso possibile solo dall'impegno di Putin a introdurre facilitazioni fiscali (forse entro il primo ottobre) nel settore offshore, dove i costi operativi sono molto piu' alti. In base all'intesa, Eni e Rosneft costituiranno tre joint venture, partecipate da Eni con una quota del 33,33%, per lo sviluppo congiunto delle licenze Fedynsky e Tsentralno- Barentsevsky, situati nell'offshore russo del Mare di Barents, e Zapadno-Cernomorsky, nell'offshore russo del Mar Nero. Rosneft rimarrà titolare delle licenze. Eni finanzierà l'esplorazione volta a confermare il valore commerciale delle licenze. Le riserve recuperabili complessive stimate per le licenze sono pari a 36 miliardi di barili di olio equivalente (boe). Le licenze nel Mar di Barents presentano un elevato potenziale, anche grazie alle scoperte che Eni ha effettuato per prima nelle circostanti aree offshore norvegesi. Quanto alla licenza di Zapadno-Cernomorsky, abbandonata dall'americana Chevron, sia Eni che Rosneft sostengono che le recenti indagini geologiche sono ''incoraggianti''.

La collaborazione strategica si svilupperà anche fuori della Russia, ''tra Nord Africa, Alaska, Usa e Nord Europa'', dove Rosneft acquistera' partecipazioni Eni: ''nei prossimi mesi saranno definiti Paesi e progetti''', ha spiegato Scaroni, escludendo però che la collaborazione nell'Africa del Nord possa riguardare la Libia, dove ha confermato la disponibilita' a far entrare Gazprom nel progetto Elephant, ''se Gazprom confermera' il suo interesse e il governo libico dara' il suo consenso''.

Quello di oggi e' il secondo accordo siglato da Rosneft nelle ultime due settimane, dopo quello simile con l'americana Exxonmobil per alcuni giacimenti artici e nel Mar Nero. La strategia del Cremlino e' di ottenere know how e capitali stranieri per i progetti di ''casa'' e di espandere la propria industria petrolifera all'estero.