Bollette troppo care? Colpa degli incentivi

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “L’ Italia è diventato il Paese più generoso d’Europa nella concessione di incentivi per le energie alternative, e le importazioni di pannelli dalla Cina si sono impennate con rischio di speculazioni. Affari ghiotti per fondi di private equity e investitori esteri, dwcisamente meno vantaggioso il bilancio finale per il Paese”: lo scrive oggi Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera.

“Il tam tam del fotovoltaico segnala un’impennata delle importazioni di pannelli solari e inverter, soprattutto dalla Cina. E’ il segno che molti di quanti avevano dichiarato di avere già installato gli impianti al 31 dicembre 2010 per avere gli incentivi massimi, ma non l’avevano fatto, stanno correndo ai ripari nella convinzione che il Gestore del sistema elettrico (Gse) non effettui in tempo i controlli. Ma le illegalità, che il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, si è impegnato a contrastare, sono solo la punta dell’iceberg”.

Questo iceberg è formato dalle “regole di comodo dettate dalle grandi imprese e dalle associazioni delle piccole a un parlamento e un governo proni. Regole che fanno dell’Italia il Bengodi europeo delle fonti rinnovabili”. Le incentivazioni italiane per le fonti rinnovabili sono superiori dell’80 per cento alla media europea per i piccoli impianti e del 40-50 per cento per quelli di grandi dimensioni.

A confermare lo stato descritto è l’eccezionale afflusso di investimenti esteri nel settore, specialmente da fondi di private equity. “I private equity fanno arbitraggio regolatorio: ieri avevano eletto a loro patria la Spagna zapateriana, perché elargiva i contributi migliori, da un anno o due hanno scelto l’Italia che, non distinguendo tra ambientalismo e affarismo, sta foraggiando la speculazione”.