Germania: alla ricerca dell’oro nero al confine con la Polonia

Pubblicato il 19 Ottobre 2010 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA

La gigantesca macchina perforatrice avanza lentamente, qualche decina di metri alla volta sulla. In un frastuono mostruoso, il colossale marchingegno scava poi una profonda buca nel terreno, che viene riempita di dinamite. A un attesa di qualche minuto segue un’esplosione smorzata, proveniente dal terreno, e delle scosse fanno vibrare la terra. Nel frattempo un gruppo di scienziati e tecnici, centinaia di metri più in là, registra in un piccolo prefabbricato tutti i dati di questa esplosione. Siamo nella Germania dell’Est, e questa è la moderna caccia all’oro nero.

La Lusazia meridionale, regione frontiera condivisa tra la Germania e la Polonia, ha visto altri avventurieri tentare sconsideratamente la fortuna. Le cronache di questi luoghi ricordano svariate imprese risoltasi in un nulla di fatto: qualcuno ha cercato di instituire un circuito di formula uno, altri di costruire un’industria di fabbricazione di aerei, o anche una moderna Silicon Valley, specializzata nei chip. Ed ecco, arrivare oggi Jacobus Bowman, immerso tra le spighe, in un campo di mais in Lusazia. Lui, vuole farcela, e potrebbe essere la volta buona. « If you can make it here » cantava Frank Sinatra..

Come molti dei progetti falliti da queste parti, la sfida appare a prima vista audace. Bowman è il manager berlinese e vice presidente di Central European Petroleum, una compagnia canadese specializzata nella ricerca del petrolio, che ha i suoi uffici in Canada e Germania. La European Petroleum vuole scavare nella parte meridionale del Brandeburgo alla ricerca dell’oro nero. Il governo tedesco e quello polacco si sono mostrati interessati all’impresa e degli impiegati dell’esercito sono stati messi a disposizione per creare un sentiero, che attraversi la campagna, attraverso foreste, villaggi sperduti, campi di grano.

Il costo dell’operazione mostra a lui solo quanto seriamente la compagnia di Bowman consideri l’affare. « Durante lo scorso anno abbiamo speso 3 milioni di euro in ricerche sismiche. Quest’anno utilizzeremo un altro milione ».

La semplice questione alla quale tutti questi soldi serviranno a rispondere è la seguente: nell’area si trovano formazioni geologiche che potrebbero segnalare la presenza di giacimenti di petrolio e di gas? Per rispondere alla domanda, gli esploratori del petrolio hanno attraversato un totale di 200 kilometri l’anno scorso. Ogni 75 metri si fermano e prendono delle misure. Quest’anno misureranno altri 80 kilometri e spesso in condizioni di terreno estremamente pericolose. Ad oggi sono stati trovati un milione e mezzo di kili di munizioni.

Già una ventina di anni fa, la Lusazia era una terra di ricerca. Il regime comunista cercò per anni quei giacimenti di petrolio che ne avrebbero permesso l’autonomia energetica. All’epoca, la ricerca non diede i suoi frutti, vedremo oggi se la Lusazia e il Brandeburgo scopriranno di sedersi sopra un tesoro nascosto.