Russia, Gazprom vuole tradire Roma con Berlino

Pubblicato il 19 Luglio 2011 - 18:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mosca starebbe pensando di bloccare la realizzazione del gasdotto italo-russo South Stream per favorire il Nord Stream con l’appoggio della Germania. L’ipotesi viene ventilata dal quotidiano economico e finanziario russo Kommersant.

Secondo il giornale, il presidente Dmitri Medvedev, approfittando del suo viaggio in Germania, vorrebbe discutere con il cancelliere Angela Merkel per ottenerne il sostegno politico e orientare verso Berlino le rotte del gas russo.

A spingere la Federazione ad abbandonare Roma per la Germania potrebbero essere le tensioni con l’Eni, contraria all’allargamento di South Stream alla francese EdF entro la fine del 2011.

Ma un altro possibile motivo potrebbe essere il contenzioso sulla Turchia, interessata a diventare uno dei più importanti hub energetici dell’Europa. Un tratto del South Stream che attraverserà il Mar Nero dovrà essere posato nelle acque territoriali della Turchia. Per ottenere il nullaosta da Ankara nel 2009 Mosca aveva accettato di partecipare alla costruzione in Turchia dell’oleodotto Samsun-Ceyhan, che dovrà collegare le coste turche sul Mar Nero a quelle mediterranee.

Adesso però il Cremlino sta riconsiderando i termini della propria partecipazione al progetto, ritenuto dagli esperti russi “economicamente svantaggioso”. “Per i turchi il progetto italo-russo non rappresenta alcun interesse economico. Invece sul piano geopolitico, legato al controllo dei flussi del gas verso l’Europa, il baratto con la Russia può andare avanti ancora molto a lungo. Prima Ankara doveva dare l’ok nel dicembre del 2010, ora dicono che la decisione sarà presa per il primo di novembre. Temiamo che non siano rispettati neanche questi termini”, ha detto un rappresentante del ministero degli Esteri russo, che accompagna il presidente Medvedev nel suo viaggio in Germania.

In caso di stallo con la Turchia la Russia potrebbe congelare la realizzazione del South Stream per aumentare le esportazioni del gas verso l’Europa attraverso il Nord Stram grazie all’appoggio della Germania.

Lo scorso 25 luglio il primo ministro Vladimir Putin aveva parlato della necessità di aumentare la capacità del Nord Stream con un terzo tubo da porre sul fondo del Mar Baltico. Una decisione favorita anche dalla decisione della Germania di rinunciare al nucleare entro il 2020. In seguito all’addio al nucleare, la domanda di gas dalla Germania dovrebbe aumentare di 15-20 miliardi di metri cubi all’anno, portando 10 miliardi di euro in più nelle casse di Gazprom.

Gazprom e RWE, il maggior gruppo elettrico tedesco, hanno firmato un memorandum  per la cooperazione nella costruzione di centrali elettriche in Germania, Gran Bretagna e Benelux. Ma questi accordi possono anche favorire i contatti di Mosca con Pechino, a cui il gas russo serve al punto che la Repubblica Popolare è disposta ad importarlo a prezzi di mercato.

La ciliegina sulla torta dell’addio di Gazprom a South Stream agli occhi russi è data dal fatto che così si risparmierebbero i 15 miliardi e mezzo destinati al gasdotto italo-russo. Una cifra notevole, se si considera che un terzo tubo nel Baltico all0’interno del progetto Nord Stream costerebbe soltanto 3-4 miliardi di euro.  Mentre il gas importato dalla Germania potrebbe essere esportato nei paesi dell’Europa meridionale attarverso la rete interna dei gasdotti già presente sul territorio.