Ha la tessera sanitaria scaduta e le negano le cure: muore così una bimba di 13 mesi

Pubblicato il 12 Aprile 2010 - 08:58 OLTRE 6 MESI FA

Morire a soli 13 mesi perchè le è scaduta la tessera sanitaria e l’ospedale rifiuta quindi di curarla. E’ la storia di una bambina nigeriana “cacciata” da un ospedale di Milano. Il padre, in regola con il permesso di soggiorno, aveva appena perso il lavoro e non poteva rinnovare il documento che forse avrebbe potuto salvare la piccola.

«Uccisa dalla burocrazia», dicono gli amici della coppia, che, come riporta Repubblica, domenica pomeriggio in 200 hanno sfilato per le vie di Carugate (Milano) dove la famiglia vive. «I medici avrebbero potuto salvarla se non si fosse perso tutto quel tempo e se le cure fossero state adeguate. Se fosse stata italiana questo non sarebbe successo», spiega ora Tommy Odiase, 40 anni, in Italia dal 1997.

La notte del 3 marzo la piccola Rachel sta male, è preda di violenti attacchi di vomito. I genitori chiamano il 118. Arriva un’ambulanza che li trasporta al pronto soccorso dell’Uboldo di Cernusco sul Naviglio. Il medico di turno, in sei minuti, visita la paziente e la dimette prescrivendole tre farmaci. «Non l’ha nemmeno svestita», racconta la mamma. Sul referto medico si leggono poche parole: «Buone condizioni generali». Sono riportati anche gli orari di ingresso, 00.39, e di uscita, 00.45.

I genitori girano in cerca della farmacia di turno. Ma le medicine sono inutili e alle 2 di notte l’uomo torna al pronto soccorso. Vuole che qualcuno si occupi della figlia, che sta sempre più male. «Il personale ci risponde che “la bambina ha la tessera sanitaria scaduta, non possiamo visitarla ancora o ricoverarla”», denuncia il 40enne. «Un fatto di una gravità assoluta – sottolinea l’avvocato della famiglia, Marco Martinelli – Dobbiamo capire se esistono delle direttive precise per casi come questo».

I carabinieri acquisiscono le cartelle cliniche, gli Odiase presentano una denuncia per omicidio colposo a carico dei medici e dell’ospedale, la Procura di Milano apre un’inchiesta con la stessa accusa contro ignoti. Ora si attendono i risultati dell’autopsia, pronti per il 12 maggio.

Nell’articolo di Repubblica e nell’intera vicenda, ci sarebbero “molte inesattezze”. A spiegarlo è l’Ospedale dell’Uboldo di Cernusco sul Naviglio (Milano), contattato dall’Ansa. “Nel pomeriggio – spiega la struttura – diffonderemo una nota stampa per confutare le affermazioni che si leggono nell’articolo. Ci sono diverse inesattezze, stiamo raccogliendo tutti i dati per spiegare cosa è successo, compresi quelli sugli accessi degli stranieri temporaneamente permanenti”.