Napoli, la denuncia di una studentessa del Genovesi: “Bocciata per vendetta dal prof molestatore”

Pubblicato il 16 Luglio 2010 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

Bocciata per una vendetta del professore. Lo sostiene una studentessa del liceo classico Genovesi di Napoli, non ammessa all’esame di Stato perché, dice, avrebbe tentato di fotografare con il proprio cellulare l’insegnante mentre toccava gli allievi sui fianchi, sul sedere, nella parte interna delle gambe.

Per questo motivo F. P. è ricorsa prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, e ha scritto, insieme al padre, una serie di lettere inviate alla Direzione scolastica regionale ed al ministro Maria Stella Gelmini.

La ragazza, che si è detta “nauseata” dai comportamenti del docente, “ha ingenuamente tentato di fotografare gli eventi con il proprio cellulare, si legge nei ricorsi alla giustizia amministrativa, venendo tuttavia sorpresa dal docente il quale ha evidentemente inteso ‘vendicarsi’ dell’affronto determinando, con la propria indiscutibile influenza ‘morale’ sul restante corpo docenti, la mancata ammissione dell’alunna”.

Secondo la giovane, a determinare la sua bocciatura non sono stati i bassi voti (4 in Scienze ed in Greco, 5 in Italiano e Latino, in Inglese, in Fisica e in Matematica): “altri ragazzi della stessa classe con medie anche inferiori alla sua sono stati graziati, racconta il padre della studentessa, Antonio P., e se per mia figlia il trattamento è stato diverso è solo perché si è trattato di una ritorsione”.

Riguardo al fatto che le accuse siano venute fuori solo all’indomani della bocciatura, il genitore della ragazza spiega: “Mia figlia non mi aveva raccontato nulla. Come gli altri studenti, ha preferito tacere per timore di quel docente. Ha taciuto fino al giorno della bocciatura. Poi non ha retto oltre. Ma dal momento in cui abbiamo raccontato i fatti agli uffici locali del ministero, e persino alla Gelmini, per raccomandata e per posta elettronica certificata, mi chiedo perché le autorità scolastiche non abbiano proceduto, loro, con una denuncia. Perché non hanno preso provvedimenti contro il docente?”. Il ricorso, sostiene l’uomo, “non è finalizzato solo a salvare l’anno scolastico di mia figlia ma a tutelare l’intero corpo studentesco”.