Libri, piccole case editrici in crisi: 21,5% di occupati in meno in un anno

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Novembre 2014 - 19:11| Aggiornato il 20 Novembre 2014 OLTRE 6 MESI FA
Libri, piccole e medie case editrici in crisi: 21,5% di occupati in meno in un anno

Libri, piccole e medie case editrici in crisi: 21,5% di occupati in meno in un anno

ROMA – La piccola e media editoria è in crisi: in un anno ha perso il 21,5% degli addetti. Secondo le stime dell’Aie (Associazione Italiana Editori), nel 2012 piccole e medie case editrici davano lavoro a 7.291 addetti (collaboratori e consulenti esclusi ma proprietari compresi). Nel 2013 il numero degli occupati è crollato a 5.722: vale a dire 1.569 addetti in meno, oltre un quinto del totale.

E il 2014 non si preannuncia migliore. A lanciare l’allarme è Enrico Iacometti, presidente del comitato promotore di Più libri più liberi, la Fiera internazionale della piccola e media editoria che dal 4 all’8 dicembre torna a Roma con la sua tredicesima edizione.

Si parla di un settore che da solo incide del 9,5% sul valore complessivo del mercato e raccoglie in catalogo il 19% dei titoli librari in commercio nel in Italia. Ridotto, anche se di poco, pure il numero dei piccoli e medi editori, che scendono a 4.769 (-1,9%), e assottigliati i cataloghi (-1,6% il numero degli editori con 2-10 titoli pubblicati nell’anno; -2,9% quelli con 11-20; e del -1,9% quelli con 21-50), per un totale di 31.618 titoli pubblicati nel 2013 tra novità e ristampe, che sono il 7,1% in meno dell’anno prima.

Anche tra i piccoli editori, però, è boom per gli ebook con ben 1.356 diversi libri editi (solo nel 2010 erano appena 350) con un’impennata del +40,8%. “Il primo passo – commenta Iacometti – è il calo dei lavoratori, il secondo quale sarà, la diminuzione delle aziende? E non è che i numeri del 2014 siano migliori. Troppo spesso – prosegue – si aiuta l’editoria pensando sempre e solo ai giornali, ma l’editoria è fatta anche dei piccoli. Prima avevamo qualche agevolazione, come il rimborso del 10% sulla carta come credito d’imposta. O i contributi della Camera di Commercio per andare alle fiere all’estero. Ma è scomparso tutto. Ora attendiamo fiduciosi la nuova legge. Bisogna però iniziare a pensare che gli editori producono cultura ma sono anche imprenditori”.