Rai, stretta sugli agenti delle star. Dalla Vigilanza stop ai conflitti di interesse

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Settembre 2017 - 08:50 OLTRE 6 MESI FA
Rai, stretta sugli agenti delle star. Dalla Vigilanza stop ai conflitti di interesse

Rai, stretta sugli agenti delle star. Dalla Vigilanza stop ai conflitti di interesse

ROMA – Rai, stretta sugli agenti delle star. Dalla Vigilanza stop ai conflitti di interesse. Giro di vite della Commissione di Vigilanza Rai sui conflitti di interesse degli agenti degli artisti, accusati di fare il bello e cattivo tempo a Viale Mazzini e far schizzare in alto i compensi dei loro assistiti. Il via libera della bicamerale è arrivato all’unanimità dopo lo slittamento del voto la scorsa settimana, nonostante i malumori di diversi esponenti Pd che avrebbero preferito un testo più morbido. La risoluzione contiene, infatti, una serie di disposizioni che Viale Mazzini reputa fortemente penalizzanti rispetto alla concorrenza, nonostante sia stata epurata di elementi, introdotti nella riformulazione (poi accantonata) della scorsa settimana, che avrebbero reso l’atto ancor più stringente.

Il compromesso, tra il relatore Michele Anzaldi e i suoi colleghi di partito del Pd, ha portato all’introduzione nelle premesse di una disposizione contenente l’auspicio della Commissione per l’approvazione di una norma di legge che regoli il settore televisivo nel suo complesso ed eviti asimmetrie a svantaggio della tv pubblica. Una formulazione richiesta dalla Rai, che aveva inviato un parere fortemente critico nei confronti del testo. Anche il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli aveva invitato i parlamentari a seguire la via legislativa per evitare “pasticci”.

In effetti, un disegno di legge valido erga omnes potrebbe essere presentato in Consiglio dei ministri già a ottobre o una norma analoga potrebbe essere inserita nella legge di stabilità. Ora il consiglio di amministrazione della Rai avrà 90 giorni di tempo per dare attuazione alla risoluzione, che, pur essendo semplicemente un atto di indirizzo, difficilmente potrà essere ignorata dalla concessionaria. Quando le disposizioni saranno recepite, Viale Mazzini non potrà affidare la produzione di programmi a società controllate o collegate ad agenti che rappresentino artisti presenti negli stessi programmi. Un divieto che vale anche nel caso in cui la società di produzione faccia capo allo stesso artista. Non si potranno, inoltre, contrattualizzare nello stesso programma più di tre artisti rappresentati dallo stesso manager.

E questo significa che non sarebbe replicabile un caso come quello del programma di Fazio su Rai1 che vede lo stesso conduttore coinvolto nella società – l’OFFIcina – che lo produce. (Huffington Post)

La Rai non potrà co-produrre film con società di cui siano titolari agenti che rappresentino artisti legati alla tv pubblica da rapporti contrattuali in essere e dovrà rendere noto sul proprio sito l’ammontare delle parcelle degli agenti. Occorrerà, inoltre, riservare una quota di investimenti alle produzioni cinematografiche indipendenti e dedicare maggiore attenzione ai giovani autori.

Infine, dovranno essere individuati criteri per accertare l’originalità dei format, impedendo che i format esterni vengano utilizzati per incrementare i compensi di artisti, conduttori e giornalisti. Tutte norme che affrontano un tema sul tavolo da tempo, ma nate sull’onda delle polemiche per il contratto con Fabio Fazio e la società che produce il suo programma. In Rai c’è chi teme che l’atto finisca con il penalizzare anche lo svolgimento del prossimo Festival di Sanremo, pur ammettendo che gli sviluppi futuri non sono scontati, visto che, ad esempio, non sempre le previsioni del contratto di servizio sono state rispettate. Difficilmente, comunque, agenti potenti come Beppe Caschetto, Lucio Presta e Bibi Ballandi potranno dormire sonni tranquilli. Il Pd, tramite Vinicio Peluffo e Francesco Verducci, parla di un “risultato importante”, ma invita ad estendere le nuove regole alla concorrenza con una legge.

Diversi esponenti Dem esprimono però perplessità: tra questi Salvatore Margiotta che non ha partecipato al voto, sottolineando che “la risoluzione crea una dissimmetria ed un grave svantaggio per il servizio pubblico. Stupisce – aggiunge – che il Pd abbia sposato le tesi dell’opposizione”. Soddisfatta Forza Italia, mentre secondo Roberto Fico, che ha ricevuto i complimenti del candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio, siamo di fronte a un cambiamento epocale.