Repubblica divisa sul caso Cancellieri: Giannini e Merlo da un lato, e Scalfari…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Novembre 2013 - 12:09 OLTRE 6 MESI FA
Repubblica divisa sul caso Cancellieri

Repubblica divisa sul caso Cancellieri

ROMA – Il caso Cancellieri spacca Repubblica scrive Italia Oggi che “vede” tra le firme del giornale una divisione tra pro e contro dimissioni. C’è Massimo Giannini che parla di “romanzo del potere”,  una trama “occulta” con la quale l’Italia è uscita svilita e impoverita negli ultimi decenni, decenni raccontati con “l’ascesa e la caduta del berlusconismo da corruzione e del capitalismo di relazione” e c’è Francesco Merlo che oggi (5 novembre) in una lettera aperta al ministro scrive: “Ecco perché dimettersi è un dovere”.

Poi c’è l’altro lato, l’altra parte, quelli del gruppo L’Espresso che si “discostano infatti dalla bocciatura senza appello del ministro e dalla «zona grigia» che questa vicenda rappresenta secondo Repubblica”. Dall’altra parte della barricata c’è Gad Lerner che con un post sul suo blog in cui dice di non vedere “di quale colpa si sarebbe macchiata” la Cancellieri. 

Scrive Lerner: Dunque potremo anche muovere rilievi critici di opportunità al comportamento della Cancellieri. Potremo manifestare fastidio per l’ambigua trasversalità dell’establishment italiano in cui da funzionaria pubblica lei è da sempre abituata a muoversi. Ma io non vedo di quale colpa si sarebbe macchiata.
P.S. Dimenticavo, non regge il paragone neanche con il caso della ex ministra Josefa Idem, la quale ha compiuto delle irregolarità sia in materia fiscale che contributiva. E per questo ha dovuto dimettersi.

Poi c’è il presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida che sceglie il Corriere della Sera. “Certo – scrive Italia Oggi – la sua è una sorta di replica all’articolo di Luigi Ferrarella ma è indicativo il fatto che la sua idea non corrisponda a quella di Repubblica, con cui pure il giurista ha condiviso tante battaglie”.

Onida infatti scrive: «Se una ministra si attiva per far sì che l’amministrazione cui è preposta sia attenta alle condizioni di salute di una detenuta, che effettivamente meritavano attenzione, come dimostra il seguito della storia, ebbene, essa merita elogi, non critiche e richieste di dimissioni». E ancora, sembra bacchettare il giornale per cui tante volte ha scritto quando afferma: «Nulla è così insopportabile come l’abitudine, purtroppo non poco diffusa, a prendere posizione e iniziative in base ad un puro interesse o pregiudizio di parte, oscurando il merito delle questioni in campo».

Poi c’è Scalfari, anzi non c’è come scrive Italia Oggi:

C’è inoltre un’altra stranezza saltata agli occhi degli osservatori più maliziosi. Mentre il quotidiano porta avanti una linea oltranzista verso la Guardasigilli, il suo fondatore Eugenio Scalfari non dedica neanche una riga del suo consueto editoriale domenicale al presunto scandalo. Perché? Non sarà che per caso il «padre» di Repubblica condivide la posizione di Giorgio Napolitano?